Diretto dall’israeliano classe 1973 Ariel Vromen, autore nel 2005 del thriller RX – Strade senza ritorno, ha impiegato non poco tempo a raggiungere le sale cinematografiche italiane, considerando che, presentato all’edizione 2012 del Festival di Venezia, soltanto tre anni dopo ha ottenuto una regolare distribuzione su suolo tricolore grazie a Barter Entertainment, la quale – in collaborazione con Universal – provvede anche a renderlo disponibile su supporto blu-ray.
Mirato a ripercorrere su celluloide la carriera dello spietato killer realmente esistito Richard Kuklinski, che, ottimamente incarnato dal candidato al premio Oscar Michael Shannon, svolse la sua violenta professione senza che la famiglia sospettasse minimamente nulla e venne condannato nel 1986 per aver fatto ben cento vittime, The iceman è una storia epica su un personaggio che, marito devoto e padre, ha mantenuto nascosta la sua vera identità ai familiari per non distruggere il rapporto che li univa.
Personaggio che aveva bisogno del loro amore al fine di mantenere la sanità mentale e sentirsi normale e la cui vicenda prende qui avvio nella prima metà degli anni Sessanta, proseguendo poi attraversando tutto il decennio successivo per raggiungere quello degli Ottanta.
Vicenda che, prima ancora di mostrarcelo in qualità di semina-cadaveri professionista, rivela la sua precedente attività di doppiatore di film pornografici distribuiti dalla mafia, tenuta all’oscuro alla moglie Deborah alias Winona Ryder, che lo crede lavorante nell’ambito dell’animazione.
Soltanto uno – quest’ultimo – dei nomi noti che popolano il ricco cast in ottima forma, insieme al Ray Liotta di Quei bravi ragazzi, il Robert Davi di Agente 007 – Vendetta privata e il Chris Evans ormai noto per essere il Captain America del grande schermo; senza contare apparizioni di Stephen”Blade”Dorff, James”127 ore”Franco e il David Schwimmer della sitcom Friends.
Tutti coinvolti in un crescendo di violenza e follia che, tra sgozzamenti e spargimenti di liquido rosso, sembra guardare in parte al cinema di Quentin Tarantino e Martin Scorsese, rimanendone, però, distaccato nella giusta maniera per assumere una propria identità e individuando nel buon ritmo narrativo uno dei suoi maggiori pregi.
Mentre la fotografia spesso virata seppia e una colonna sonora spaziante da Livin’ thing degli Electric Light Orchestra a Heart of glass dei Blondie contribuiscono a rendere ancor più riuscita la resa dell’atmosfera legata al periodo in cui spopolò la disco music.
Con il trailer nella sezione del disco riservata ai contenuti speciali.
Francesco Lomuscio