"Israele ha imposto in Cisgiordania un sistema di restrizioni di movimento per lungo tempo .Il movimento è limitato attraverso una combinazione di ostacoli fisici come blocchi stradali, checkpoint e il Muro, ma anche attraverso misure amministrative come carte di identità, permessi, residenza assegnata, leggi di ricongiungimento familiare e politiche relative al diritto di entrata dall’estero e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi. Ai palestinesi è negato l’accesso alle aree espropriate per la costruzione del Muro e le sue infrastrutture, per la costruzione di colonie, zone cuscinetto, basi militari e zone di esercitazioni militari, nonché le strade costruite per collegare questi luoghi. Molte di queste strade sono “solo per israeliani” e quindi proibite ai palestinesi. Decine di migliaia di palestinesi ogni giorno incorrono nel “divieto di spostarsi” imposto da Israele, non potendo quindi viaggiare all’estero. Molti testimoni ed esperti invitati per un colloquio con la Missione ad Amman o alle udienze a Ginevra, non hanno potuto incontrare la Missione a causa di questo divieto"
Dal rapporto Goldstone del 13 aprile 2009
Dateci qualche cosa da distruggere,
Una corolla, un angolo di silenzio,Un compagno di fede, un magistrato, Una cabina telefonica, Un giornalista, un rinnegato, Un tifoso dell’altra squadra, Un lampione, un tombino, una panchina. Dateci qualche cosa da sfregiare, Un intonaco, la Gioconda, Un parafango, una pietra tombale. Dateci qualche cosa da stuprare, Una ragazza timida, Un’aiuola, noi stessi. Non disprezzateci: siamo araldi e profeti. Dateci qualche cosa che bruci, offenda, tagli, sfondi, sporchi Che ci faccia sentire che esistiamo. Dateci un manganello o una Nagant, dateci una siringa o una Suzuki. Commiserateci.
Primo Levi