Mattinata dedicata alla visita della Basilica di San Pietro.
Luogo centrale della storia narrata nel film Angeli e Demoni, per Agnese questa visita è particolarmente attesa.
Arriviamo in Piazza San Pietro alle 10,00 esatte.
La sistemazione della piazza, 1656-1667, fu frutto del genio di Gian Lorenzo Bernini, che realizzò qui la sua opera d'architettura più celebre. Lo spazio antistante la Basilica lo suddivise in due parti.
La prima, a forma di trapezio rovescio con il lato maggiore lungo la facciata, la quale, grazie al particolare effetto prospettico, assumeva un aspetto più slanciato.
La seconda di forma ovale con l'imponente colonnato architravato.
La fila per entrare nella basilica inizia ad allungarsi. Ci mettiamo in fila, un po' preoccupati sui tempi di attesa.
Ma in 8 minuti siamo dentro. Il passaggio al metal-detector è piuttosto agevolato.
La costruzione dell'attuale basilica di San Pietro fu iniziata il 18 aprile 1506 sotto papa Giulio II e si concluse, dopo ben 120 anni, nel 1626, durante il pontificato di papa Urbano VIII.
Per la conclusione della sistemazione della piazza antistante si dovrà aspettare ill 1667.
Anche oggi ci fa da guida il nostro web-in-tasca, con le informazioni di Wikipidia.
Leggiamo che la Basilica di San Pietro è una ricostruzione, dato che nello stesso sito, prima dell'odierna basilica, ne sorgeva un'altra risalente al IV secolo, fatta costruire dall'imperatore romano Costantino I nel luogo in cui si apriva il circo di Nerone e dove la tradizione vuole che san Pietro, uno degli apostoli di Gesù, fosse stato sepolto dopo la sua crocifissione.
Probabilmente l'imponenza della Basilica di età romana, era maggiore dell'attuale, perlomeno come estensione. L'impianto, arricchito nel corso dei secoli con preziose opere d'arte, era suddiviso in cinque navate e presentava analogie con quello della basilica di San Paolo fuori le mura, aveva 120 altari di cui 27 dedicati alla Madonna.
La basilica di San Pietro è uno dei più grandi edifici del mondo, con i suoi 218 metri di lunghezza, e alta fino alla cupola 136 metri. La superficie totale è di circa 23.000 metri quadrati.
La facciata è larga circa 115 metri e alta quasi 46 metri, venne innalzata da Carlo Maderno fra il 1607 ed il 1614.
Prima di entrare nella Basilica, facciamo una visita alle Grotte Vaticane, ricavate nel dislivello tra la nuova e la vecchia basilica e attraversate dalle fondazioni di sostegno delle strutture superiori.
Esse hanno forma di una chiesa sotterranea a tre navate, e sono usate per luogo di sepoltura di molti pontefici.
Dal piano della basilica superiore, proprio di fronte all’altare papale che è sovrastato dal Baldacchino del Bernini, scende al piano inferiore una doppia scalinata.
L'immenso spazio interno è articolato in tre navate per mezzo di robusti pilastri sui quali si aprono grandi archi a tutto sesto. La navata centrale, lunga 187 metri ed alta circa 45 metri, è coperta da una un'ampia volta a botte e culmina, dietro al colossale Baldacchino di San Pietro, nella monumentale Cattedra.
Lo spazio sottostante la cupola è segnato dal monumentale Baldacchino di San Pietro, ideato dal genio di Gian Lorenzo Bernini e innalzato tra il 1624 ed il 1633. Realizzato col bronzo prelevato dal Pantheon, è alto quasi 30 metri ed è sorretto da quattro colonne tortili ad imitazione del Tempio di Salomone e del ciborio della vecchia basilica costantiniana, le cui colonne erano state recuperate ed inserite come ornamento nei pilastri della cupola michelangiolesca. Al centro, all'ombra del Baldacchino, avvolto dall'immenso spazio della cupola, sorge l'Altare papale, detto di Clemente VIII, collocato sulla verticale esatta del Sepolcro di San Pietro.
Per realizzare l'opera vennero asportati e fusi gli antichi bronzi del Pantheon, consistenti nelle sculture poste sul frontone e negli elementi di copertura del pronao. La scellerata decisione ispirò la celebre pasquinata "Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini", "ciò che non fecero i barbari, fecero i Barberini", con la quale si voleva sottolineare la smisurata ambizione della famiglia del pontefice che, pur di autocelebrarsi con monumenti spettacolari, spendeva cifre enormi e neppure si fermava di fronte al danneggiamento di uno dei monumenti più importanti dell'antica Roma.
Nella prima cappella a destra è collocata la celebre Pietà di Michelangelo, opera degli anni giovanili del maestro, datata 1499, e che colpisce per l'armonia ed il fine dettaglio delle forme. La scultura è protetta da una teca di cristallo a seguito dei danneggiamenti subiti nel 1972, quando un folle vi si avventò contro, colpendola in più punti con un martello.
La cupola, con i suoi 136 metri di altezza, i suoi 42 metri di diametro, di poco inferiore però a quello del Pantheon, e i suoi 537 scalini è l'emblema della stessa basilica e uno dei simboli dell'intera città di Roma.
Sul pilastro posto in corrispondenza con la navata destra si erge l'altare di San Girolamo, con la tomba di papa Giovanni XXIII, posta alla base di un grande mosaico riproducente un dipinto del Domenichino.
La struttura del coro è analoga a quella del transetto ed è dominata, al centro della parete che chiude la basilica, la Cattedra di San Pietro. Un monumentale reliquiario opera di Gian Lorenzo Bernini e contenente la cattedra dell'epoca paleocristiana, sorretta dalle statue dei quattro Padri della Chiesa e illuminata dalla sfolgorante apparizione della colomba.
Ore 12,30, la nostra visita in San Pietro è conclusa.
In Piazza San Pietro, Agnese scorge una pietra con l'indicazione di un vento, o punto cardinale.
Nel film, una di queste pietre è un indizio per il protagonista.
Alle 12,45 riprendiamo le nostre scorribande in 500 sui sampietrini romani.
Così vengono comunemente chiamati i blocchetti di basalto con cui sono lastricati la maggior parte delle strade di Roma.
Ore 13,00. Isola Tiberina.
Ore 13,20. Un pittore al Circo Massimo.
La Domus Aurea, vista dal Piazzale Ugo La Malfa, da dentro la nostra 500.
L'EUR è un quartiere moderno celebre per la sua architettura razionalista, concepito e costruito in occasione dell'Esposizione Universale che si sarebbe dovuta tenere nella Capitale nel 1942, per celebrare il ventesimo anniversario della Marcia su Roma. La manifestazione venne poi annullata a causa della Seconda guerra mondiale, ed il quartiere, allora in fase di costruzione, venne completato in tempi successivi.
La costruzione del quartiere venne ultimata solamente alla fine degli anni cinquanta in occasione della XVII Olimpiade, tenutasi a Roma nel 1960, completando alcune infrastrutture, come il Palazzo dello Sport progettato da Nervi e Piacentini e Il Velodromo, nonché dando l'attuale struttura al laghetto ed alla zona verde ad esso limitrofa.
Al centro del piazzale Guglielmo Marconi, c'è una scultura che raffigura un uomo gigantesco il quale emerge dalla terra.
Per Agnese è un gioco...
Il Palazzo, ricoperto all'esterno interamente in travertino, caratteristico di tutto il quartiere, è un parallelepipedo su base quadrata a sei piani, e sorge su un podio con due gradinate collocate ai due alti opposti.
Gli italiani,
un popolo di poeti di artisti di eroi
di santi di pensatori di scienziati
di navigatoti di trasmigratori
Il Foro Italico, che originariamente si chiamava Foro Mussolini, è un vasto complesso sportivo che si trova alla base di Monte Mario a Roma.
Fu ideato e realizzato da Enrico Del Debbio dal 1927 al 1933 e dopo la guerra dal 1956 al 1968. Le prime opere del complesso architettonico furono inaugurate il 4 novembre 1932, tra esse l'Accademia fascista maschile di educazione fisica, il Monolite, lo Stadio dei Marmi e lo Stadio dei Cipressi, poi Stadio dei centomila e odierno Stadio Olimpico.
Superato il cancello, davanti la quali si erge un obelisco intitolato all'Opera Balilla, si entra in un viale interamente mosaicato a tessere bianche e nere. Il mosaico riproduce immagine allegoriche dei principali sport, ma anche scritte e motti del fascismo inneggianti soprattutto al Duce.
Il viale è ornato ai lati da blocchi parallelepipedi di marmo, su cui sono riportate, sul lato destro le date dei principali eventi della parabola ascendente dell'epoca fascista fino al discorso della proclamazione dell'Impero; mentre sul lato sinistro gli eventi del periodo finale, con la data della caduta del regime, fino alla proclamazione della repubblica.
Non essendo a conoscenza dell'esistenza di quest'area, posta proprio sull'ingresso principale dello Stadio Olimpico, la sua visione mi ha fatto un certo senso.
Ho digerito il tutto, in qualche modo, dopo aver letto le scritte sui blocchi di sinistra.
E mi sono detto:
"D'altronde questa è Storia, e la Storia va raccontata per quella che è stata.
Se la si racconta tutta, si fa anche Giustizia".
Lo stadio dei Marmi fu progettato come logico proseguimento dell’Accademia fascista maschile di educazione fisica, oggi Palazzo CONI, per l’allenamento quotidiano degli allievi dell’Accademia.
Le gradinate perimetrali in marmo bianco di Carrara furono ottenute sopraelevando il terreno di 5,50 m. I due corpi di fabbrica affiancati che delimitano l’accesso al campo sono destinati ai servizi e ai magazzini per gli attrezzi.
Infine, sulle gradinate furono poste le 60 statue, in realtà 59, offerte dalle province d’Italia.
Sullo stadio dei Marmi si affaccia anche il monolite bianco del Palazzo della Farnesina, il Ministero degli Esteri.
Parcheggiamo sul Lungotevere degli Anguillara.
Troviamo un posto preciso preciso per la nostra piccola 500., proprio a pochi passi dal Ponte Cestio.
Allo stand delle Biblioteche Comunali Romane, ci vediamo il finale di "Brancaleone alle crociate", divertentissimo film di Mario Monicelli, con Vittoria Gassman, la Sandrelli, Paolo Villaggio ed altri comici del tempo. Il film, guarda caso, è del 1970. Più o meno del tempo della nostra 500.
“Sono impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto de lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio.", recitava Gassman/Brancaleone.
Branca, Branca, leon, leon (fischio), boom!
Sono le 23,30 quando saliamo in macchina per fare ritorno all'albergo.