Una crociera? Sì, ma in Alaska e partire (esclusivamente) la prossima estate.
Il 49mo Stato, “the frontier”, com’è definito dagli americani, non è una meta inaccessibile, soprattutto se il viaggio si organizza d’estate, da giugno in poi, con le temperature proibitive (anche -50° d’inverno) che aumentano in modo apprezzabile fino agli agognati 25, 28°. Fa fresco, in Alaska e giugno è il mese ideale per imbattersi (finalmente) nella luce del sole, considerando che, in questo periodo, ci sono le giornate più lunghe dell’anno (diciotto, venti ore) e il momento del crepuscolo diventa una sorta d’aura permanente, priva d’oscurità notturna.
Circondati da una natura tra le più ammalianti del pianeta, l’Alaska diventa un favoloso luogo di vacanza, senza che sia presa d’assalto da turisti chiassosi e scorrerie di ferry boat. Nel relax di unacrociera di lusso, le giornate trascorrono in modo indimenticabile, tante le cose da fare e soprattutto da vedere: nella Bay of Glaciers, l’incontro (garantito) con le balene, l’unica “folla” in cui incappare nei fiordi ancora incontaminati e nelle aree vastissime riservate ai parchi protetti, con tanto di ranger a bordo che non lesina spiegazioni per tutto ciò che capita nei paraggi.
Varie possibilità elicottero-aereo offrono punti di vista esclusivi sui ghiacciai, raggiungendo i campi-base allestiti nel Glacier Bay National Park e da lì, intraprendere escursioni in kayak per ravvicinare i cetacei e vivere un’esperienza davvero unica. I siti da raggiungere sono tanti; tra i più grandi parchi nazionali d’America, il Denali, nome dato dai nativi, che in realtà si chiamerebbe Monte MecKinley, alto 6195 metri, domina da solo lo skyline naturale dell’Alaska Range. Uno spettacolo che non ha pari al mondo, poiché la catena costiera che si estende tutt’intorno è relativamente piccola; il Denali signoreggia con la sua cima bianca incastonata nel cielo, ricoperta di nubi, tranne che d’estate, quando il signore d’Alaska sembra voglia manifestarsi.
Per chi pratica trekking, il percorso ideale è a nord d’Anchorage, dove facilmente si avvistano i più grandi grizzly al mondo, caribù, alci, la poderosa aquila “calva”, dalla testa bianca, simbolo di questi territori. Spingendosi fino al Kenai Peninsula, si viaggia in mare, in auto ma anche a dorso di capre di montagna. Dai ghiacciai del Prince William Sound si può costatare il rialzamento tettonico, conseguente al terremoto che colpì quest’area nel 1964. Tra il Kenai Fjord National Park e il resto del versante del Kenai Peninsula, trekking, escursioni in kajak, sorvoli e avvistamenti di fauna sono all’ordine del giorno.
Altri luoghi di straordinario interesse sono: il Katmai National Park (si sorvola in idrovolante), con il Brooks River e le famose rapide, dove i kodiak attendono diligentemente i salmoni al varco, un palcoscenico immortalato da numerosi documentari; Dawson City, una cittadina in perfetto stile western, inserita nel mitico Klondike della corsa all’oro, l’accento quasi british dei suoi abitanti e una cordialità tutta di stampo canadese; il Kluane National Park, con la grande vetta del Mount Logan; costeggiando laghi e montagne, si giunge fino allo spettacolare White Pass che riporta il viaggio in mare aperto.
Le compagnie che organizzano crociere tra le meraviglie del 49° stato sono soltanto otto, fra queste figurano quelle che offrono servizi d’eccellenza, Carnival, Princess, Royal Caribbean. A prezzi molto alti, le navigazioni durano dai sei ai dieci giorni. I viaggi top class prevedono un capolinea a sud (Vancouver o Seattle) e uno in Alaska (generalmente, Seward), volendo, si può abbinare la crociera a un itinerario in auto.
Per chi voglia sperimentare questa meta inconsueta ma molto affascinante, è da tener presente che siamo davvero in una terra estrema e “di frontiera”, le distanze, quindi, sono notevoli. È il luogo dell’emisfero nord più remoto, a 2-3 mila chilometri oltre la California e il Canada occidentale. Dall’Italia, con quasi dieci ore di fuso orario, non esistono voli diretti per Anchorage, obbligatoriamente, bisogna arrivare in America o in Canada con compagnie tradizionali che eseguono almeno uno scalo e ciò comporta un successivo allungamento per tempi e distanze, rispetto alla rotta polare. Al momento, una sola compagnia low cost tedesca, La Condor, effettua voli diretti da Francoforte, le tariffe si aggirano intorno ai 770 euro A/R, ma solo su date selezionate.