Da provetti foodblogger non abbiamo resistito a “Cucine d’Italia”, un evento cultural culinario.Per chi non lo sapesse la Pelanda (che prende il nome dall’originaria destinazione d’uso dello spazio, conceria per i suini) è un nuovo spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea che, insieme al “coinquilino” MACRO vivacizza l’area dell’ex-mattatoio.Potremmo anche aggiungere la quasi adiacente CAE (Città dell’Altra Economia), ma entreremmo in facili polemiche contro chi sta tentando di affossare questo spazio deputato al mondo del sostenibile, del bio, etc. etc..Torniamo al nostro tema principale, la cucina.
Riccardo Natili, ha eseguito una performace live su tela; il coro ha cantato; La Rosa del Dessert ha mostrato stratosferiche e meravigliose torte, che hanno rapito donne e uomini;
lo Chef Antonello Migliore ha realizzato uno show cooking davvero con i fiocchi (fin quando siamo stati lì possiamo confessarvi che temevano venisse assalito dall'orda di avventori completamente estasiati dalle sue prodezze, tant’è che pian pianino ci siamo allontanati dalla piccola ressa per andare a cena, una vera! Mica solo da guardare, la fame richiamava al dovere).
Ma, ma come dire qualcosa mancava o forse qualcosa era di troppo? Tutto perfetto, sì!Però ci ha lasciato il retrogusto amaro di essere andati a una fiera, piccola, ma pur sempre fiera.Sarà che la Pelanda è uno dei posti di Roma che amiamo. In questo posto siamo venuti a bearci quando ha ospitato l’interessantissimo Short Theatre Festival, di questo posto ci siamo innamorati quando è stato inaugurato “col botto”: curatela di Richard Castelli per “digitaLife”.“digitaLife” è stata una rassegna dedicata al futuro digitale, alle contaminazioni fra tecnologia, nuovi media ed espressioni artistiche contemporanee, in cui gli artisti invitati (portando opere in anteprima europea e mondiale o concepite site specific) hanno dato vita a un percorso in cui si susseguite installazioni e proiezioni video.E ci fermiamo qui, altrimenti come gli innamorati patetici non smetteremmo più di parlare, e torniamo a ieri. Amiamo il design, amiamo la cucina, ma l’esposizione di una cucina a 5 stelle, uno show coking, opere in pasta di zucchero possono competere con l’arte contemporanea con la “A” maiuscola?Vi poniamo questa domanda e ce la poniamo. Non sappiamo perché, ma la serata ci ha fatto pensare al magna magna di qualche mese fa: Alemanno e Polverini a mangiare polenta, mentre Bossi ricambiava con un assaggio di trippa.Forse Roma non è solo questo e l'evento era molto meglio di come ci è apparso, forse è tutta colpa della pioggia.
P.S. Non possiamo non segnalare "SNØHETTA, architettura – paesaggio – interni" (la mostra itinerante dello studio Snøhetta, uno dei più quotati nel mondo dell'architettura contemporanea) visionabile al Macro sede Testaccio, accanto alla Pelanda. Un modo anche per mandare, nel nostro piccolo, un pensiero alla Norvegia.