Da Atene quello che succederà nei prossimi giorni avrà un forte impatto anche sul resto del mondo, l’Italia non è come la Grecia è il ritornello che sentiamo da tempo, nonostante ciò la preoccupazione per il futuro ci accomuna in una crisi economica che può essere contagiosa.
Dall’epicentro del terremoto economico e finanziario che ha investito l’Europa, Vinci accende le telecamere sulla profonda crisi di un’intera nazione. La Grecia, si sente sempre più sull’orlo del baratro.
” Dite all’Italia che la gente ha fame e quelli che stanno in Parlamento si comprano le auto di lusso con i nostri soldi…rubano, i ministri e tutti i politici, rubano, loro stanno affamando la gente…i nostri paesi sono molto simili…L’ira scende in piazza ad Atene. La furia della protesta si scontra con la polizia davanti al Parlamento, che ha poi approvato il nuovo piano di sacrifici chiesto dall’Europa. Atene brucia, la lotta è iniziata da tempo, i lacrimogeni disperdono le persone ma non la disperazione. Vite distrutte, senza speranza, lottano per salvare un posto di lavoro. Le misure di austerità chieste dall’Europa sono pesantissime, tagli alla sanità, licenziamenti, privatizzazioni, niente tredicesima, tagli alle pensioni, manovre che colpiscono duramente la gente comune, che reagisce con la forza della paura e della disperazione.
E la grande evasione e l’instabilità economica in vista delle prossime elezioni ha fatto ancora ritardare gli aiuti economici promessi dall’Unione europea, Bruxelles non vuole rischiare. E’ una sorta di punizione che si prolunga nel tempo e che acuisce il problema sociale e culturale della Grecia che si vede penalizzata anche dal punto di vista turistico.
”La Grecia è sempre stata un paese difficile e non particolarmente ricco, quando nel 2001 è arrivato l’euro, viene drogato tutto, bisognava controllare il bilancio che è risultato truccato, i greci hanno avuto l’illusione che l’Europa fosse un bankomat” , sono le parole di Tremonti, “C’è stata una cattiva amministrazione, ha avuto una moneta forte ma ora come può stare in piedi un paese debole con una moneta forte? Devono decidere il loro destino attraverso le elezioni”.
Un disastro che accompagna tanta gente, una crisi capitalista cominciata con un intento nobile quello di unificare tanti paesi, un’unione umana che si è trasformata in uno schiavismo dei mercati e delle borse, il denaro ha vinto sull’uomo. La dittatura del denaro è la trama del nostro tempo che calpesta i diritti umani. La natura perversa del modello economico in cui viviamo e della crisi che ci sta travolgendo ha trasformato il denaro in valore in sé proiettandolo in un tempo futuro. Un gioco di prestigio che ha reso i banchieri moderni demiurghi delle nostre vite e dei nostri destini.
Tempi duri per tutti ma questa crisi servirà forse a ridimensionare le nostre esigenze, forse, dovremo rimparare a vivere con meno e a reimpostare i giusti valori.