In diretta dalla sala parto gialla

Da Mammolina

Com'è nato Acciuga?
Potrei raccontarvi di orari, centimetri di dilatazione, flebo e punti, ma non è questo che mi rimane della mia esperienza in sala parto a distanza di quindici giorni.Era una notte di luna piena, proprio come quando è nata la Birby...un pomeriggio festoso alle spalle a base di pane e porchetta e la piccina a dormire dai nonni.Nessuna avvisaglia, ma uno strano senso di pace dentro.La tv che racconta, karateka che russa in camera e qualcosa di strano che comincia a " muoversi" in me.Le ho riconosciute subito le contrazioni, ma ci ho messo un po' ad accettarle a livello cosciente e a prendere consapevolezza che quella notte, era LA NOTTE e che qualcosa sarebbe cambiato...Ho rimesso casa. Che strano, come gli animali che preparano il nido. In silenzio, con passo felpato ho aspettato che quell'onda ritmica che si impossessava di me diventasse regolare e poi ho svegliato karateka con la fatidica frase " Mi sa che si siamo"...
Siamo andati in ospedale e quel chiarore di luna piena mi è proprio entrato dentro.
Con lo stesso chiarore e calma sono stata accolta nel reparto di ostetricia nella penombra della notte da un'ostetrica gentile.Per coincidenza la ginecologa di turno era la stessa della notte in cui è nata Birby, dettaglio che ho letto come buon auspicio.E' stato tutto molto, inaspettatamente rapido e in breve tempo mi sono ritrovata nella sala parto gialla. La stessa stanza in cui anche Birby si è affacciata al mondo. L'ho chiesto io, se proprio quella sala fosse libera.
Così di nuovo nella penombra, come in un film familiare già in parte visto, sentendomi un po' a casa, mi sono abbandonata all'istinto e a quella parte "animale" e irrazionale che sa, senza sapere, cosa fare.Ho mangiato gelatine di frutta, anche stavolta, per avere energia. Mi hanno portato un thè caldo e un biscotto, un gesto semplice ma che mi ha fatto dimenticare di essere in ospedale.
Mi è venuto in mente in quel momento la mia gattina Agostina e quanto mi sentissi simile a lei quando in preda alle doglie cercava senza posa un posto che per lei fosse accogliente. Ho anche pensato che se fossi stata in una foresta, sorretta ad una liana, forse in quel momento tutto sarebbe andato allo stesso modo.
La voce calma dell'ostetrica di turno mi ha accompagnato in questo nuovo viaggio, sottovoce, rassicurante. Ha accolto i miei pensieri, ha incoraggiato la mia voce ad uscire, ha raccolto le mie paure nell'attimo in cui la memoria del mio corpo ha riconosciuto il dolore, quello vero e razionalmente ha cercato per un momento di rifiutarlo. E' stato come se il mio corpo si fosse d'un tratto reso consapevole di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. E' stato un attimo di panico, ma già trovare le parole per raccontarlo lo ha fatto svanire...Poi la voglia assoluta di vederti, la forza del leone che si impossessa di me e quei rapidi estremi momenti in cui hai visto la luce.
Ti ho visto riflesso negli occhi emozionati del tuo babbo, ancor prima di vederti.
Sei nato in pace con il mondo, hai pianto appena...e l'universo si è di nuovo fermato, per noi, nell'attimo di quell'incontro, quando i tuoi occhietti hanno incontrato i miei.
Il miracolo della vita si è ripetuto, stavolta per noi, e ora sei lì, perfetto capolavoro.
Ci siamo annusati e riconosciuti...quando come una tartarughina appena nata che senza vedere si dirige verso il mare hai trovato il capezzolo per ricongiungerti a me...appena separato.
Benvenuto al mondo Lorenzo / Acciuga.
Questo e la foto di inizio post dettagli della sala parto "gialla" dell'Ospedale del Mugello: