Su queste pagine non è la prima volta che parliamo del catalogo di 30 Holding, in quanto, per ogni cinefilo che si rispetti, tra classici, western, horror del passato, film di mostri giganti, produzioni targate Roger Corman e rarità firmate da Tinto Brass quando ancora non era considerato maestro dell’erotismo, non può fare a meno di rappresentare una ricchissima miniera di dvd da collezionare gelosamente.
Dvd cui va ora ad aggiungersi Cagliostro (1949) di Gregory Ratoff, che, co-diretto da un non accreditato
Lo stesso Welles che nel corso della oltre ora e quaranta di visione – ispirata al libro Giuseppe Balsamo di Alexandre Dumas – veste i panni del conte del titolo, che, da zingaro a mago attraverso lo sfarzo di un’Europa ormai al tramonto dell’Ancien Régime, cerca vendetta contro il visconte De Montaigne alias Stephen Bekassy, responsabile di aver fatto torturare ed uccidere la gitana che gli fece da madre.
Ed è a Parigi sfruttando Lorenza, ragazza con il volto della Nancy Guild de Il bandito senza nome (1946) che tanto somiglia a Maria Antonietta, che getta discredito sull’uomo; fino al momento in cui viene smascherato da un dottore che aveva scoperto le doti paranormali e si approda all’inevitabile processo.
Cambiando del tutto genere, altra chicca riesumata in digitale dalla label è Donne in catene (1973),
Ne è protagonista la pettoruta Pam Grier – icona della celluloide Blaxploitation poi interprete del tarantiniano Jackie Brown (1997) nel ruolo della detenuta Lee Daniels, la quale, detenuta in una speciale prigione su un’isola dove le guardie, per punire i carcerati maggiormente ribelli, li ammanettano a due a due, finisce incatenata alla bionda rivoluzionaria Karen, ovvero la Margaret Markov che la affiancò anche ne La rivolta delle gladiatrici (1974).
Dapprima acerrime rivali, scoprono molti punti in comune, per poi riuscire a fuggire durante un trasferimento e ad unirsi ai rivoluzionari; destreggiandosi tra agenti al loro inseguimento, trafficanti di droga e amici rivoltosi di Karen.
Per ottantatré minuti che, comprendenti nel cast anche il Sid Haig de La casa dei 1000 corpi (2003) e La casa del Diavolo (2005), rientrano nel filone denominato w.i.p. (women in prison), con tanto d’immancabile sequenza di sexy doccia femminile; fortunatamente privilegiando, però, l’azione rispetto alle torture e le angherie gratuite esercitate sul gentil sesso in produzioni analoghe.
Francesco Lomuscio