Dopo Il porno shop della 7ª strada (1979), Hard sensation (1980) e Justine (1979), CineSexy – collana dvd dedicata al cinema erotico che la rivista Nocturno cura per CG Entertainment – prosegue il suo lodevole lavoro di riscoperta di bollenti classici del passato su supporto digitale disseppellendo dal dimenticatoio Le notti porno nel mondo (1977), diretto da Bruno Mattei in collaborazione con il Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi occupatosi di un po’ tutti i titoli già citati, nonché corredato di trailer ed intervista di ventuno minuti al primo nella sezione extra.
Evidente risposta sexy ai mondo movie segnati da successi del calibro di Mondo cane (1962) e Ultime grida dalla savana (1975), viene introdotto dalla Emanuelle nera dello schermo Laura Gemser per costituirsi di filmati riguardanti i locali notturni a tematica erotica del mondo intero, in realtà girati, però, a Roma.
Filmati spazianti da uno con la star dell’hard Marina Lotar che si esibisce in un amplesso insieme ad un tizio travestito da scimmione a quello in cui abbiamo una bizzarra erotizzazione parigina su pattini a rotelle.
Mentre non mancano all’appello un lesbo club, ragazze che si denudano in vetrina, una scuola di sesso di Amsterdam, una parata di seni, uno spogliarello femminile in coppia con un cane, un tizio travestito da Mandrake affiancato da sensuale e calda assistente e, addirittura, la impressionante evirazione africana di due adulteri.
E, tra una lotta nel fango ed acrobazie ginecologiche con palline da ping pong, è possibile anche riconoscere nella sequenza che mostra all’opera l’amatore Omar il riciclo dello stesso identico sketch incluso nel barzelletta movie Il film più pazzo del mondo (1977) di I. Robert Levy, ovvero l’esordio del compianto Robin Williams.
Del resto, non ci sarebbe da stupirsi considerando l’”arte” del taglia e cuci di materiale visivo assortito cui era solito ricorrere Mattei, che lasciò il timone di regia al solo Massaccesi, invece, per Le notti porno nel mondo n° 2 (1978), altro agglomerato sexploitation mirato ad unire genio e follia e rientrante tra le novità su disco CineSexy.
Agglomerato che, decisamente più esplicito e vicino alle luci rosse rispetto al precedente, prende stavolta il via da una conversazione giornalistica effettuata dalla già menzionata Lotar con il transex di colore Ajita Wilson, spesso anche protagonista degli spettacoli che costituiscono la quasi ora e mezza di calda visione (memorabili quello in cui interagisce con un gigantesco fallo di polistirolo o l’altro che la trova impegnata ad esibirsi in un eccitante balletto a beneficio di un forzuto individuo truccato da statua).
Quasi ora e mezza che non dimentica neppure stavolta di tirare in ballo lotte nel fango e numeri basati sul connubio tra palline da ping pong e organo sessuale femminile; man mano che si sguazza tra particolari rituali, danze del ventre, omosessualità, sadomasochismo, erezioni equine e, addirittura, fintissima coprofagia.
Fintissima come spiega, d’altra parte, il veterano truccatore ed effettista Pietro Tenoglio nel contributo video di circa ventitré minuti che, al fianco del trailer, fa da contenuto speciale ricco di divertenti e interessanti aneddoti relativi alla lavorazione delle due pellicole.
Per gli amanti dell’eros tricolore che fu, però, non finisce qui, perché è invece CineKult a rispolverare su dvd La bella e la bestia (1977), a firma del Luigi Russo che curò, tra gli altri, Una bella governante di colore (1978) e Pensione Amore – SerVizio completo (1979) e totalmente estraneo alla popolare fiaba europea.
Infatti, definito da qualcuno “La risposta italiana a La bestia di Walerian Borowczyk”, riprende dal pluricensurato cult del cineasta polacco la Lisbeth Hummel qui coinvolta in due dei quattro episodi che compongono un autentico poker popolato da dive nude della celluloide per esplorare i recessi della sessualità.
Episodi che la vedono prima pretendere qualcosa in cambio dallo zar che l’ha scelta come concubina, poi segregata all’interno di una stalla con gli animali dopo essere stata scoperta dedita al tradimento dal marito.
Anticipando la vicenda di un voyeur che trae piacere dall’essere punito per la sua perversa passione e quella di una ragazza che ha giurato al proprio fidanzato di mantenersi vergine sacrificando, magari, un’altra parte del proprio corpo.
Con il supporto arricchito da ventiquattro minuti di intervista allo scomparso Robert Hundar (all’anagrafe Claudio Undari), altro nome di spicco del cast come pure la lolita Brigitte Petronio vista in Emanuelle – Perché violenza alle donne? (1977) e La casa sperduta nel parco (1980) e la Franca Gonella dei decamerotici e delle commedie licenziose-familiari.
Francesco Lomuscio