Sta facendo discutere il frammentato e poco serio mondo politico GLBT italiano l’iniziativa di Equality Italia (organizzazione di cui non sono membro e che, in generale, mi piace poco) di consentire una campagna di outing (il denunciare pubblicamente l’omosessualità di altri) fatta tramite una rete di blogger anonimi contro i politici omofobi italiani. Ora: il metodo dei blogger anonimi non piace nemmeno a me, ma non è sufficiente a farmi condannare l’intera iniziativa, che del resto ho fatto mia e in modo non anonimo già nel 2005.
Come ha saggiamente scritto il regista Fabiomassimo Lozzi, che vive in Regno Unito da 20 anni: “L’outing dei politici che legiferano (o bloccano legislazioni che cercano di eliminare le diseguaglianze vigenti) mi sembra sacrosanto, è una questione politica, morale, etica: non si tratta di fare l’outing di un cantante o di un attore, che hanno tutto il diritto di scegliere se dirlo o no, ma di persone che lucrano sulle nostre vite e decidono le nostre sorti (negandoci i nostri diritti). Punto e basta.”
Io sono molto d’accordo con Fabiomassimo. E trovo un po’ patetico che su una questione del genere, che fu utilizzata con estremo successo in Regno Unito da Act Up! negli anni ’80, in Italia, trent’anni dopo, ci si divida ancora.