In fondo è vero che per essere capaci di vedere cosa siamo dobbiamo allontanarci e poi guardarci da lontano

Da Farnocchia

Sette bozze. Sette! Come diavolo ho fatto ad iniziare a bomba per sette volte un articolo senza mai finirlo? Molti potrebbero interpretarla come crisi dello scrittore o blocco del foglio bianco.. ma dato che qui di fogli non ce ne sono e di scrittori nemmeno la puzza, direi che possiamo passare alla prossima interpretazione freudiana.

La verità è che io stessa sono una bozza: sto per iniziare mille progetti, ho mille pensieri per la testa, facce nuove e vecchie mi ruotano intorno.. ed io inizio a non capirci più nulla. Così, ho deciso di fermarmi a respirare lentamente e devo dire che Firenze mi ha aiutata in questo.

Perciò, ricomincio da qui, dal mio viaggio di laurea! Che poi, date le distanze, tanto viaggio non è stato.. ma quelle 2 ore di distanza da Roma mi sono bastate per guardarmi abbastanza da lontano ed analizzare tutto con occhi più sereni.

Ho bevuto tanto di quel vino da stare bene fino a ferragosto, ho mangiato talmente tanto da non concepire per quale assurda stregoneria non sia ingrassata di un etto, ho avuto incontri ravvicinati con pezzi da novanta della nostra storia, ho visitato posti incantevoli, ho imparato un sacco di cose, ho rispolverato il mio inglese … vabbe, partiamo!

Day 1: MANGIA, BEVI, DORMI.

Dopo aver fatto una veloce tappa all’università, mangiato un panino volante di dubbia provenienza ed aver mandato a fanculo il navigatore del tecnologico smartphone del Secchione un paio di volte, siamo arrivati all’agriturismo “Villa il Poggiale”; questa casa d’epoca immersa nelle colline del Chianti non solo ti rimette in pace col mondo intero, ma ti fa pensare seriamente all’ipotesi di mollare l’università per cominciare una vita più rurale e bucolica. Poi realizzi che tu, lì, ci resisti giusto il tempo di una vacanza … ma questa è un’altra storia.

Giusto il tempo di perderci per trovare la camera (mille scale!), posare tutto il superfluo, ed eccoci alla ricerca del “Castello di Verrazzano”, luogo incantato che ha dato i natali allo scopritore della baia di New York (Giovanni da Verrazzano); qui una guida con spiccato accento toscano ci fa una proposta alla quale non abbiamo potuto rinunciare, ovvero seguire la visita del castello e la degustazione di vini (che avremmo dovuto pagare 13 euro) con un gruppo di americani SENZA PAGARE. Ricapitolando: visita+degustazione+corso intensivo di inglese GRATIS. Ovviamente abbiamo accettato. Ultima tappa della giornata Greve in Chianti dove, con immensa delusione, abbiamo trovato il museo del vino chiuso! Il paese merita comunque una visita, soprattutto per i nostalgici del dolce stilnovo (praticamente tutti i borghi toscani sembrano aver fermato le lancette del tempo.. meraviglia!!). La giornata si è conclusa con un rilassantissimo bagno calma nella mega vasca del mega bagno presente nella nostra fichissima camera, cena a lume di candela, ses… vabbè, diciamo che abbiamo optato per un sonno profondo in vista della lunga giornata che ci attendeva.

Day 2: FIRENZE IN UN GIORNO!

Come al solito il mio rantolare nel letto in preda ad una serie di mugugni è durato talmente tanto da far slittare l’arrivo a Firenze di mezz’ora. Ma la ciliegina sulla torta, che ha portato ad un mio incazzamento acuto di prima mattina, ce l’ha messa il Secchione.

[Premessa: qualche giorno prima di partire, in piena organizzazione del viaggio, mi è tornato in mente il fatto che a Firenze non si parcheggia. 

Mi spiego meglio: Firenze è una città talmente piccola che si gira benissimo a piedi quindi, per evitare smog inutile, ti suggeriscono di lasciare la macchina in periferia. In periferia, però devi lasciare la macchina nei parcheggi del comune e non per strada perchè per le vie di Firenze non troverai mai un posto libero e se lo trovi, fidati, becchi il posto per i residenti quindi TE DEVI DA LEVà! Ho dato il compito di cercare il parcheggio più comodo al Secchione, il quale mi ha risposta con un "su google maps ho visto tanti parcheggi non a pagamento in giro, quindi tranquilla". ...Tranquilla, cioè la sottoscritta, dopo aver girato per 30 minuti per Firenze alla ricerca di un posto per evitare sfuriate epiche e carbonizzare quel genio del Secchione davanti a troppi testimoni si è chiusa in un silenzio stampa per una buona parte della giornata. Conclusione: mai far organizzare qualcosa ad un uomo!]

Tornando a Firenze le tappe sono state:
- prima tappa col botto. Dopo tanto vagare e respirare le strade di questa città, che sembra essersi fermata in un’epoca ormai lontana, arriviamo a Piazza del Duomo. Un complesso di monumenti fa godere gli occhi per un tempo illimitato e da ogni angolazione. Facciamo un giro nel Duomo, tanto austero dentro quanto magnifico fuori, rispolverando le mie conoscenze liceali per spiegare le porte del Battistero e rinunciamo alla cupola causa fila infinita. Non abbiamo tempo per le file. Rinunciamo anche alle Cappelle Medicee, causa restauro interno; peccato non poter ridere davanti l’ironia di Michelangelo.

- continuiamo a camminare col naso all’insù, consci che sarà impossibile vedere tutta una città rinchiudendosi nei musei.. una città la devi vivere con tutti e 5 i sensi, pranzo compreso! Prima della tappa enogastronomica eccoci a Piazza della Signoria, piena zeppa di turisti e fiorentini in bicicletta (perchè lì se non hai una bici sei un pirla!); dopo aver ammirato le tante statue presenti nella piazza (copie comprese) ed aver conosciuto la storia del Palazzo Vecchio (i lavori iniziarono nel 1299; questo posto ha visto sfilare i più potenti d’Italia) siamo passati per La Galleria degli Uffizi giusto per non sentirci in colpa per non essere entrati (sotto suggerimento mi è stato detto di lasciar stare.. gli Uffizi o li vedi bene o meglio lasciar stare). La struttura merita davvero, ti invoglia ad entrare e ad immergerti in quella marea di arte e storia.. insomma, è a prova di velina/tronista!
- passando per il lungarno abbiamo deciso di perderci per delle stradine spettacolari ed uniche, talmente medievali da aver voglia di vestirti così ed iniziare a ballare per strada ed improvvisare un po’ di dolce stilnovo! Strada facendo ci ritroviamo in Piazza di Santa Croce, anch’essa enorme ed estremamente medievale. Non so se si è capito ma Firenze è un mix di viette antiche, piazze enormi e chiese strepitose; il perchè è semplice: l’odio tra rioni era talmente profondo che gli abitanti erano disposti a tutto per avere il quartiere più fastoso! Quindi, tutto in coro, dovremmo ringraziare l’invidia fiorentina. Tornando alla piazza non potete non entrare nell’omonima chiesa, fastosa dentro quanto fuori e dimora dei più grandi italiani mai esistiti. Qualche nome? Machiavelli  il cenotafio di Dante (dato che il poeta non volle tornare a Firenze neppure da morto), Gioacchino Rossini, Michelangelo… . Dato che ci siete, fatevi un giro anche nelle varie cappelle che compongono la Chiesa ed il chiostro (un luogo da pace dei sensi)

- sazi di santità, siamo andati a pranzo a La Prosciutteria; dire che è un alimentari chic non rende giustizia a questo posto spettacolare! Siamo stati accolti in questo posticino come degli amici di vecchia data, abbiamo mangiato prodotti nostrani in modo rustico ma con una qualità altissima e spendendo davvero poco. L’unico problema è il posto a sedere ma se, come noi, avete un po’ di pazienza potete trovare un angolo tranquillo. Giusto per farvi capire il mio “poco”: per 1 schiacciata (vd focaccia) ripiena di quello che ti pare (io ho preso il loro prosciutto dolce con salsa di pomodori secchi e mandorle tritate), 1/2 litro di chianti e degustazione di un prosciutto prodotto dagli stessi proprietari abbiamo speso 6 euro a testa. Alzi la mano chi spende meno pranzando così tanto! Io, a Roma, no!

- dopo aver superato i 5 minuti di abiocco post pranzo (peggio dei vecchi de paese) siamo andati nell’unico museo che ho generosamente concesso al Secchione, il Museo di Galileo! questo custodisce gli unici strumenti ideati e costruiti da Galilei pervenuti fino a noi, oltre alla straordinaria collezione di strumenti scientifici della famiglia de’ Medici, dei globi meravigliosi e modelli di macchine semplici e complesse.. insomma, il paradiso per un ingegnere che cammina da circa 7 ore dietro una pazza vogliosa di arte! Anche qui abbiamo “scroccato” una visita guidata, seguendo una scolaresca di bimbetti italiano che fanno gite con guide in inglese. Sti ragazzini ci mangeranno in testa, finalmente! Da non dimenticare una chicca del museo: il dito medio Galileo!

- finita la visita sciiientifica, non potevamo non andare a Ponte Vecchio: quegli edifici che poggiano sul nulla, tutta quella gente e tutte quelle pantegane nell’Arno! Ma la cosa più bella sono state le vetrine con tutti quei solitari sbrilluccosi che hanno fatto tremare il Secchione. Per fortuna io sono la prima a non concepire quella roba, come disse la grande Carrie Bradshaw “regalami solo un armadio gigantesco”!

- come ultima tappa, causa chiusura di tutti i musei/edifici/parchi alle 18.00, siamo tornati al principio per un’ammazzata finale alla scalata del Campanile. La struttura, costruita da Giotto e decorata da Donatello, offre un panorama mozzafiato.. nel senso che per arrivare in cima ci sono alte probabilità che ti si mozzi il fiato dati i 414 gradini. Posso però testimoniare che per i glutei è un toccasana.

Dato che alle 19.15 avevamo finito il giro e dato che i ristoranti di Firenze hanno i turni alle 19.30 o 21.30, avevamo 2 ore libere. Abbiamo deciso di girare un altro po’ la città, comprese le vie un po’ più “commerciali”, e di farci un aperitivo in un bel localetto che avevo già adocchiato nel pomeriggio. Abbiamo cenato in un’ osteria non lontano da Santa Maria Novella, dove un ragazzo davvero gentile ci ha permesso di mangiare in un orario decente e non ci ha fatto mancare nulla: per me tortelli in brodo (non tipicamente toscani, ma li adoro!), tagliata (morbidissima, da non crederci) e dolce..e vino, of course!

Day 3: SIENA, PERCHÉ NO?

Siena è stata una rivelazione: facile da visitare in un giorno e di impatto immediato e strepitoso! è una tranquilla cittadina medievale carica di cultura ed arte (e giornalisti causa MPS, ma questa è un’altra storia). Se devo essere onesta son rimasta spiazzata davanti la Piazza del Campo: quando vedi tutta quella gente in tv al palio pensi “minchia, è enorme quel posto”; poi arrivi lì e capisci perchè stanno tutti azzeppati uno sopra l’altro. A parte questo dettaglio di prospettiva devo dire che la piazza è uno spettacolo, sul quale si costruisce tutta la città. Per il pranzo ci era stato consigliato un locale che abbiamo trovato chiuso (se chiudi di domenica ho stai male o sei straricco), quindi abbiamo dovuto optare per altro e, come al solito, ci è andata di lusso! Pasta fatta in casa con ragù spettacolare, spezzatino di cinghiale, vino rosso e cameriere simpaticissimo! Come sempre soldi spesi bene.

Purtroppo il ritorno a casa è stato un po’ traumatico, grazie ad una simpaticissima influenza intestinale che mi ha ricordato tutto quello che avevo mangiato nelle ultime 72 ore, ma devo dire che questi 3 giorni di latitanza mi hanno permesso di riattivare tutti e 5 i sensi, tutti i neuroni e tutto l’entusiasmo che mi serve per affrontare questo caotico 2013.

Insomma, sono tornata!


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