In foto: il quotidiano incubo dei lavoratori palestinesi ai checkpoint israeliani

Creato il 11 luglio 2013 da Informazionescorretta

di: Daniel Tepper e Sam Gilbert

Il terminal Eyal, nella città di Qalqiliya, è uno dei quaranta posti di controllo fissi  dislocati lungo il confine tra la Cisgiordania occupata e Israele. Questi terminal sono parte di un elaborato sistema di ostacoli fisici e amministrativi che i palestinesi devono attraversare per  entrare a lavorare in Israele. Ogni domenica migliaia di persone arrivano ad  Eyal prima dell’alba per iniziare la loro settimana lavorativa; per molti di loro è l’inizio di una giornata lavorativa di 12 ore, che inizierà e finirà allo stesso tornello di metallo.

Il checkpoint Eyal è stato aperto nel 2004, dopo il completamento del muro israeliano che circonda la città di Qalqiliya. Gli effetti economici delle restrizioni  contro i palestinesi in questa regione sono stati particolarmente acuti, costringendo molti uomini e donne a fare un tortuoso viaggio per recarsi al lavoro in Israele. Queste foto sono state scattate dalle 3:45 alle 7:00 dell’ 11 maggio 2013 e sottolineano sia la natura disumanizzante dell’ occupazione che la determinazione del popolo palestinese che deve affrontare ogni giorno questi disagi.

Fila di uomini palestinesi al checkpoint Eyal, nella città di Qalqiliya. Migliaia di uomini palestinesi arrivano al checkpoint prima dell’alba a causa dei lunghi tempi necessari per varcare questo confine e recarsi a lavoro in Israele.

Gli uomini palestinesi devono prima passare attraverso una serie di tornelli di metallo controllati a distanza, una caratteristica di molti posti di blocco presenti in tutta la Cisgiordania. A Eyal, un agente di sicurezza privata controlla da una cabina chiusa il flusso di lavoratori, sbloccando la porta e permettendo il passaggio, una persona alla volta, dei palestinesi in Israele.

Un palestinese prende  un caffè in una delle tante bancherelle che costeggiano la strada che porta al posto di blocco. In questi chiostri improvvisati  possono trovare ristoro le migliaia di lavoratori che attraversano Eyal alle prime ore del mattino.

Con cibo, caffè e sigarette in mano, gli uomini palestinesi si dirigono a raggiungere il checkpoint Eyal.

Le restrizioni ai movimenti che dominano la vita palestinese nella Cisgiordania occupata sono ben rappresentate a Eyal.  ”La vita qui è una serie di gabbie.”, ha ammesso un palestinese che attendeva di attraversare il  checkpoint.

Una sezione del muro di Israele è visibile sullo sfondo. Una volta completato, il muro si estenderà oltre 700 km – due volte più lungo del confine tra Israele e la Cisgiordania – con l’ 85 per cento costruito in territorio palestinese, divenendo così il confine de facto. A Qalqiliya, le barriere confinano la città in ogni direzione, separandola dal territorio circostante e dalle comunità vicine.

Un’automobile passa vicino ad alcuni palestinesi mentre aspettano fuori dal corridoio chiuso che conduce all’ingresso del checkpoint. Un flusso costante di auto e taxi trasportano i lavoratori palestinesi al checkpoint, tramite il quale potranno poi entrare in Israele.

Palestinesi musulmani pregano al checkpoint Eyal prima di entrare in Israele.

Quando arriva la luce del mattino, le infrastrutture militari diventano ben visibili. Qalqiliya è dominata da muri, recinzioni e torri.

Un imponente torre militare israeliana controlla i lavoratori che passano attraverso il posto di blocco. Eyal è uno dei quaranta posti di blocco israeliani permanenti che controllano il movimento dei palestinesi.

La maggior parte di quelli che passano in Israele per lavorare sono uomini di mezza età che lavorano a Tel Aviv. Israele concede il permesso di lavoro solo per gli over 35; i giovani, soprattutto uomini, sono considerati un rischio per la sicurezza.

 Giovani palestinesi in pausa dal lavoro in una bancarella al posto di blocco Eyal. Questi ragazzi vendono cibo e bevande al posto di blocco per le migliaia di uomini che, ogni giorno, attraversano il confine per recarsi al lavoro in Israele.

Il dolore sul volto di un uomo palestinese  mentre  attraversa l’unico cancello che funge da  ingresso al checkpoint Eyal. Il cancello si blocca spesso senza preavviso, costringendo gli uomini ad aspettare in un recinto affollato.

Un uomo si erge sopra la folla, nel tentativo di orchestrare il passaggio di una moltitudine di uomini  sempre più inquieti. Spesso, dagli altoparlanti, un responsabile della sicurezza grida comandi in ebraico minacciando la folla palestinese con ulteriori ritardi.

Il sole sorge su una folla di uomini palestinesi ancora in attesa di  attraversare l’unico cancello nel checkpoint Eyal. Il posto di blocco rimarrà congestionata fino a tarda mattinata.

LINK: In photos: Palestinian Workers’ Everyday Nightmare at Israeli Checkpoints

DI: Informazione Scorretta


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