In Giordania, tra stupore e meraviglia: la mia Petra

Creato il 06 ottobre 2015 da Treasures
Sono da poco tornata dal mio viaggio in Giordania: ho trovato un paese affascinante, ospitale e accogliente, pieno di straordinarie sorprese. Per raccontarvela ho scelto di partire dal pathos più intenso e dai colori più indelebili: quelli di Petra.

Petra e il suo incommensurabile Tesoro - foto di Elisa Chisana Hoshi


Che cos’è Petra?


Mitica città rosa, custode del Tesoro, musa dimenticata per secoli sotto la sabbia del deserto, porta maestosa e scenografica che conduce a un’altra dimensione che ha affascinato intere generazioni: che cos’è Petra, esattamente?

Il mistero di Petra - foto di Elisa Chisana Hoshi


Petra è uno di quei posti in bilico tra realtà e leggenda, che hanno il potere di travalicare lo spazio e il tempo: è un unicum, non è come nessuna. E nessuna è come lei.

Storia, verità e falsi miti


Petra era l’antica capitale dei Nabatei, che si insediarono qui succedendo agli Edomiti intorno al VI secolo a.C. Gli arabi Nabatei erano, un po’ come Romani del resto, abili costruttori e veri maghi dell’ingegneria idraulica. Grazie alla loro maestria riuscirono a costruire - in una zona altrimenti arida e semi desertica, povera di sorgenti naturali - un efficace sistema di canali e cisterne capace di convogliare l’acqua piovana. Immaginate la difficoltà di lavorare questa roccia, e di riuscire a giocare efficacemente con le pendenze, dato che Petra si trova a 800 metri sul livello del mare, in un bacino in fondo a una valle. I canali scavati nella roccia sono perfettamente visibili ancora oggi.

Il Siq e le infrastrutture dei Nabatei - foto di Elisa Chisana Hoshi


I Nabatei cacciatori d'acqua riuscirono così a salvaguardare le loro risorse idriche, garantendo la ricchezza della loro capitale, che divenne un punto molto importante per il commercio dell’epoca. Nella roccia scavarono anche templi, abitazioni e intere necropoli, alcune distrutte dai terremoti, altre invece ancora qui, visibili davanti a noi. Il Tesoro è soltanto una di questeDifficile immaginare che un posto come questo possa essere caduto nell’oblio per interi secoli, eppure è successo proprio così.

Tombe nabatee - foto di Elisa Chisana Hoshi


Per centinaia di anni non si sentì più parlare di Petra, fino a che l'esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt non decise di partire alla sua scoperta. Burckhardt aveva letto dei vecchi diari che parlavano di una mitica città rosa nel deserto dell'Arabia, e si mise in testa di scovarla. Nulla riuscì a dissuaderlo: era il secolo d’oro delle scoperte e dei grandi esploratori, e il nostro - facendo carte false, travestendosi e riuscendo a spacciarsi per beduino - arrivò a destinazione, sebbene le indicazioni dei diari fossero molto vaghe (si parlava di un cammino lungo due giorni di cammello dal "lago puzzolente", ovvero, il Mar Morto). Grazie alla guida un ragazzo del posto, Burckhardt arrivò nel mitico luogo scavato nella roccia, rivelando quel segreto custodito dai beduini oramai tramandato da padre in figlio: mezza sepolta nella sabbia e coperta da un greto di arenaria Petra giaceva là dove era sempre stata, fedele e silenziosa. Maestosa e immortale
Era il 1812. 

Il sito di Petra dall'alto - foto di Elisa Chisana Hoshi


I diari di Burckhardt, pubblicati postumi, diedero il via a un interesse sempre più frenetico nei riguardi di Petra, che a poco a poco divenne un vero e proprio feticcio per archeologi e appassionati di storia, orizzonte ultimo di viaggiatori e avventurieri, meta di pellegrinaggio per romanzieri desiderosi di immergersi nelle sue atmosfere. Agatha Christie partecipò con il marito archeologo agli scavi archeologici di Petra, ambientando qui il suo libro intitolato Appuntamento con la morte; Petra è stata anche teatro delle rocambolesche avventure di Indiana Jones, e oggi il sito Unesco è annoverato tra le 7 meraviglie del mondo moderno.

La mia Petra


Adesso vorrei raccontarvi che cos’è stata Petra per me, tra stupore e meraviglia: come ci sono arrivata, come mi sono persa nei suoi colori e di come sono caduta per poi rialzami, in una calda giornata di Settembre. 
Conservo un ricordo indelebile di quei momenti: non mi sarei mai immaginata l’odore del deserto, misto al tanfo acre dello sterco dei cammelli e dei cavalli che scorrazzano senza sosta nella città antica.


I beduini di Petra - foto di Elisa Chisana Hoshi


Il sito archeologico è enorme e bellissimo, e brulica di vita. I monumenti da visitare sono tantissimi, più di 800. Ci sono ovunque venditori di braccialetti e chincaglieria, bambini che si propongono di farvi da guida, carrozze sferraglianti e ogni sorta di imbonitore. Molti vivono stabilmente a Petra, in alcune delle abitazioni scavate nella roccia, tra i mille colori della roccia arenaria in cui la città antica è scavata, e sui cui i muli e le capre selvatiche sono così abili ad arrampicarsi.

Il ciuco camaleontico - foto di Elisa Chisana Hoshi


Nemmeno quel caldo polveroso mi sarei potuta immaginare, così intenso da confondere e stordire, già alle prime luci del mattino. L’ingresso di Petra è piuttosto elusivo, con qualche tornello e classico negozietto di souvenir a fare da contorno; se avete dimenticato l'acqua in hotel, questo è il momento per comprarne una bottiglietta. Vi servirà durante la lunga camminata che vi attende. Davanti a voi incontrerete lo snodo del Siq, una gola che è uno stretto passaggio tra due pareti di roccia lungo circa un chilometro e mezzo.

Nelle anse del Siq - foto di Elisa Chisana Hoshi


Qui vedrete i canali scavati nelle rocce dai Nabatei e ammirerete una natura splendida, che prelude a quello che segue ma che non fa presagire nemmeno lontanamente l’emozione unica che state per vivere.

Ammirando il Siq - foto di Elisa Chisana Hoshi

Cammini, cammini e cerchi di figurartela quell’immagine che hai visto fotografata tante volte: cerchi ma non puoi. Non ci riesci. E quando la vedi è un attimo, un lampo arancione, una fessura magica, un tempo lunghissimo racchiuso in un battito di ciglia

Ho atteso a lungo prima di varcarla, questa soglia ideale. 

Non sono attimi che si ripetono. 

Se questa fosse un canzone, a questo punto direbbe: "Take your time, you cannot undo a first impression".


Quella magica fessura - foto di Elisa Chisana Hoshi


Bene, quello che mi è successo davanti a El Khasneh, il Tesoro di Petra, credo che non lo dimenticherò facilmente. Sono svenuta, letteralmente. Davvero, pochi passi dopo sono capitombolata giù per terra: gambe molli, bassa pressione, il caldo, le tante medicine ho preso in quei giorni per tenermi in piedi, sicuro. Ma non è solo questo

Il tesoro di Petra - foto di Elisa Chisana Hoshi


Gli inglesi hanno una parola bellissima per definire come mi sono sentita a Petra quel giorno, un aggettivo: overwhelmed. Sopraffatta, piena, travolta e in balia di tutta questa enorme, davvero grande meraviglia che ti spunta davanti all'improvviso, una fessura e pam! Arriva lei, rosa e infuocata, persa e ritrovata, teatrale e (posso dirlo?) quasi sensuale

Feeling overwhelmed in Petra - foto di Elisa Chisana Hoshi

Molto più che una semplice tomba nel deserto, un vero e proprio mausoleo regale, pieno di indizi della grandezza dell'epoca che lo ha prodotto: le colonne in stile corinzio, ornate di melograni, le statue grandiose. Da fuori non si vede, ma il timpano in alto, è spezzato, per permettere all'anima di prendere il volo dell'alto, in una metafora che trovo sublime nella sua semplicità.


Il timpano aperto del Tesoro - foto di Elisa Chisana Hoshi


Poi scopri tante piccole cose. Che quegli strani fori a destra, accanto alla facciata, servivano per fissare le scale e i ponteggi utilizzati per scavare questa meraviglia, pezzo per pezzo. Ti lasci andare e l'immaginazione vola, c'è da perdersi e il tempo non conta più.
Intanto, mi sono un po' ripresa dalla mia caduta: mi rialzo, mi lecco un po' le ferite, mi riassetto i vestiti e vado avanti, perché non c'è solo il Tesoro.
C'è il teatro nabateo, costruito in stile greco e romano più di 2000 anni fa, che ha aiutato gli archeologi a dare un volto e un numero agli abitanti dell'antica capitale nabatea. Ci sono le necropoli, i mosaici. Il sito archeologico è una continua scoperta che lascia davvero senza fiato, passo dopo passo, pietra dopo pietra. Sospiro dopo sospiro.

L'anfiteatro in stile ellenistico e romano - foto di Elisa Chisana Hoshi


Il consiglio che posso darvi è quello di esplorare con calma, di perdervi un po', di salire sulle alture, tutte quelle che riuscirete a raggiungere: scoprirete così dei colori che non vi attendevate, delle sfumature inedite e quasi poetiche, che sono parte integrante della morfologia di questo posto unico. Ne disegnano l'anima e i confini, scolpiti per sempre nelle venature cangianti della roccia arenaria.

Le spettacolari venature policrome dell'arenaria - foto di Elisa Chisana Hoshi


Ci sono luoghi che aspetti di vedere da sempre. Hai letto, guardato mille fotografie e con un po’ di fortuna hai pure ascoltato qualche racconto di prima mano: pensi di esserti preparato, tanto che quasi arrivi a convincerti di conoscerli già. Poi arriva il giorno in cui li vedi per davvero con i tuoi occhi, e capisci che nulla poteva davvero prepararti a essi: perché sono posti speciali e vanno gustati, toccati e annusati. Vanno vissuti. Ammirando tutto questo splendore si rimane senza parole: ringrazio Gian per questa foto che adoro e che mi ritrae descrivendo meglio di mille parole la mia Petra, tra stupore e meraviglia.

Il mio stupore davanti a Petra - foto di Gian Luca Sgaggero


Se questa fosse una canzone, a questo punto direbbe: "Petra is a state of mind".

Info utili


L’ingresso a Petra costa circa 50 dinari. Se ne spendono 15 per lo splendore di Petra by night, che io non ho visto (le visite notturne si effettuano il lunedì, il mercoledì e il giovedì dalle 20.30 alle 22). Non ho visitato nemmeno il Monastero Al-Deir (dato che davanti al Tesoro sono svenuta e mezza slogata la caviglia, sigh!) che si trova in cima a un’impervia scalinata di 800 scalini: chi è salito assicura che ne vale la pena e che è meglio farsela a piedi piuttosto che salire a dorso di mulo (circa 7 dinari), un mezzo un po’ instabile per una salita tanto ripida. Un'idea per visitare tutti i siti d'interesse turistico in Giordania è quella di effettuare un Jordan pass a 70 dinari, un biglietto unico che consente di visitare più siti.

Petra visitro Center, all'ingresso del sito archeologico - foto di Elisa Chisana Hoshi


Noi abbiamo alloggiato al Mövempick Resort, comodo perché proprio davanti al sito archeologico: a Wadi Musa (il nome che ha oggi la cittadina intorno al sito archeologico di Petra) a qualche minuto di distanza, si trovano anche altre sistemazioni, per info più dettagliate vi rimando al sito dell’Ente del Turismo giordano.


Hall all'Hotel - foto di Elisa Chisana Hoshi


Per riprendermi dalla stanchezza mi sono rigenerata al Salomé, un hammam locale (28 dinari compreso il trasporto da e verso il vostro hotel) che mi è piaciuto tanto. I suoi vapori, arricchiti con menta e cardamomo, uniti allo scrub e massaggi all'olio, sono l'ideale dopo una giornata pesante! Dopo il bagno turco la caviglia non mi faceva più tanto male; le gambe erano leggere e il mio morale alle stelle...pronta per una cena luculliana con le specialità giordane.

Viaggiare in Giordania


Per chiunque se lo stesse chiedendo a questo punto: sì, la Giordania è un paese sicuro. Prima di partire me lo sono sentito domandare decine di volte: “Vai in Giordania, ma non hai paura?”. Chiaro, è un paese arabo e musulmano, ma...basta questo per farne un posto pericoloso?

Colori giordani - foto di Elisa Chisana Hoshi


Per tutta la durata del viaggio io non mi sono mai sentita in pericolo, nemmeno velatamente, e ho anzi avuto modo di capire qualcosa in più sulla situazione mediorientale. La Giordania è storicamente forte di un grande spirito di accoglienza e inclusione: da sempre accoglie profughi dai paesi confinanti - come Siria e Iraq ad esempio - e mantiene una posizione stabilmente neutrale, senza prendere parte a nessun tipo di conflitto né condividere le posizioni radicali assunte dagli stati limitrofi. Molti la definiscono, proprio per questo, la Svizzera del Medio Oriente. In alcune delle foto scattate in Giordania mi vedrete indossare un foulard, ma solo per proteggermi dal sole! In Giordania le donne scelgono se indossarlo o meno, non c'è questo obbligo, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare.

Discovering Petra - foto di Elisa Chisana Hoshi


Non rinunciate a visitarla per timori meramente legati alla sua posizione geografica. La Giordania è incredibile, e Petra è incommensurabile: non privatevi di tale meraviglia.

La Giordania è meraviglia - foto di Elisa Chisana Hoshi


Anche adesso, a distanza di giorni (sì, proprio ora, mentre scrivo queste righe) sono rapita dal suo fascino senza tempo. Ora lo so: l’effetto è duraturo. Nulla potrà prepararvi a tutta questa meraviglia. Non il mio post, non le mie parole, non le tante foto che potrete vedere ora e prima di partire: sono cose che vanno vissute di persona.