È questo infatti il risultato dell’inchiesta condotta dall’Authority sui servizi e, soprattutto, sui prezzi che caratterizzano le banche italiane. Ovviamente, analizzare le spese sostenute per i servizi bancari è ben altra cosa rispetto al calcolo della spesa alimentare mensile (pure fondamentale nella stima del benessere complessivo delle famiglie). Eppure, tenendo conto di tutti i parametri in gioco ci si trova dinanzi a una situazione per cui il costo annuo di un conto corrente in Italia si aggira attorno ai 295 euro, una cifra molto distante dalla media UE di 114 euro e addirittura remota rispetto agli 83 euro richiesti da un conto finlandese. Ma anche se si fa il raffronto con un Paese che ha una situazione bancaria del tutto simile alla nostra, ossia la Francia, la situazione non migliora di molto: un conto corrente transalpino, infatti, ha un costo annuo di circa 152 euro, equivalente, dunque, a circa la metà dei quasi 300 euro di un c/c italiano.
Una delle soluzioni al problema?
Internet: i mutui online, come l’internet banking, permettono risparmi anche sostanziosi sulle spese. Ma a rivolgersi al canale informatico sono soltanto 5,5 milioni di utenti: ancora una minoranza rispetto al numero complessivo di risparmiatori del nostro Paese. Anche se sembra destinata a crescere.