“In Italia sono tutti maschi” – Luca de Santis e Sara Colaone

Creato il 29 luglio 2011 da Temperamente

«Ci sono storie […] che sembrano non dover mai trovare chi le ripeta, o al massimo rimanere consegnate si sussurri delle biblioteche universitarie. La persecuzione degli omosessuali è piena di pagine di quest’ultimo tipo». Queste le prime parole che si leggono nell’introduzione all’opera che nel 2009 si è aggiudicata il Premio Attilio Micheluzzi al Comicon di Napoli come ‘Miglior fumetto dell’anno’: In Italia sono tutti maschi.

Nato dal sodalizio tra i disegni di Sara Colaone e i testi di Luca de Santis, il volume della Kappa Edizioni è considerato uno dei più importanti esempi italiani di graphic novel che affrontano temi storici

Come si legge ancora nell’introduzione – firmata da Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti, autori del saggio La città e l’isola. Omosessuali al confino nell’Italia fascista –, negli anni Trenta le persecuzioni contro gli omosessuali erano all’ordine del giorno; tuttavia, nel nostro Paese le leggi razziali non menzionavano provvedimenti contro gli omosessuali: non ce n’era bisogno, disse Mussolini, poiché in Italia gli uomini non potevano essere che maschi, attivi e virili. Eppure la repressione c’è stata, sotto forma di arresti arbitrari e confino in varie isole dell’Adriatico, mentre ufficialmente la condanna era per delitti contro la razza, oppure per motivi politici.

Nel febbraio 1987, i giornalisti Rocco Antino e Nico decidono di raccontare con un reportage la storia del confino per omosessualità e lo fanno attraverso la testimonianza diretta di Antonio Angelicola, detto Ninella, sarto salernitano ormai settantacinquenne, che nell’estate del 1938 era stato condannato per ‘pederastia passiva’ e confinato, sino all’inizio dello scoppio della guerra, sull’isola di San Domino nell’arcipelago delle Tremiti.

La testimonianza intima della vita di Ninella, ricca di drammi e di gioie, è basata su fatti reali e sull’intervista a Giuseppe B., raccolta da Giovanni Dall’Orto e pubblicata sulla rivista «Babilonia» alla fine degli anni Ottanta. La stessa si trova in appendice al fumetto.

Attraverso un impianto narrativo che si avvale del linguaggio cinematografico del flashback, autori e protagonisti della vicenda combattono con forza la propria personale guerra all’omertoso silenzio e, partendo dal presente, la graphic novel punta a un dialogo/confronto con il passato. Quest’ultimo è sottolineato da un bianco e nero antichizzato dall’ocra delle tavole, dalle quali saltano fuori vecchi ricordi e si rievocano ed esorcizzano i fantasmi di ciò che è stato attraverso l’incontro di due uomini, Antonio e Rocco, lontani per età e comportamento.

In Italia sono tutti maschi – pur lasciando ampio spazio a un’ironia dal sapore quasi catartico – alterna la visione moderna e quella dell’epoca, offrendo così al lettore gli strumenti per riflettere circa l’attitudine della società nei confronti dell’omosessualità. Ma, più di ogni altra cosa, quest’opera mostra attraverso la voce dei testimoni l’urgenza di chi, dopo decenni, tenta ancora di capire e narrare i fatti.

Se nella storia qui raccontata lo humor non manca, sul finale la fa da padrona anche l’amarezza dell’impotenza: Antonio Angelicola spiega, infatti, che la Repubblica Italiana non ha mai riconosciuto come vere vittime del regime lui e gli altri ‘pederasti’ confinati.

Opera toccante, che contribuisce a tramandare la memoria di un racconto già in parte sbiadito dalle labili memorie dei libri di storia e che qualcuno rischia definitivamente di dimenticare.

Angela Pansini

Luca de Santis (testi) e Sara Colaone (disegni), In Italia sono tutti maschi, Kappa Edizioni, 174 pp., € 16


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