A maggio del 2010 sono riuscita a scrivere un articolo di ben sei pagine dedicato a Warriors, antologia che tutt’ora è inedita in Italia. Le prime due pagine di quell’articolo però hanno senso anche se riferite a Dangerous Women, la cui pubblicazione è iniziata la scorsa settimana con il titolo La principessa e la regina e altre storie di donne pericolose, perciò le riporto qui:
Il motivo di questo suggerimento è abbastanza semplice. Martin ha dichiarato di ricevere tonnellate di lettere da parte di sedicenni impegnati nella stesura di saghe monumentali, cosa che a suo giudizio è un po’ come iniziare a fare lo scalatore partendo dal monte Everest. Ma per arrivare all’Everest — ammonisce — è meglio cominciare con la collina dietro casa e affinare la propria arte.
Ci sono moltissimi contenuti in un racconto, nel quale bisogna comunque imparare a impostare la trama e a caratterizzare personaggi e ambientazione.
Inoltre, dettaglio da non trascurare, se il racconto non vende il suo autore ha perso qualche settimana, se si tratta di una trilogia il tempo buttato via si misura in anni.
Questo discorso, valido negli Stati Uniti grazie alla presenza di numerose e affermate riviste sempre a caccia di nuovi autori, è un po’ più difficile in Italia, dove esistono minori opportunità di pubblicare testi brevi.
La situazione è ancora peggiore per le antologie collettive. Il caso di Legends, con il suo diverso destino nelle versioni americana e italiana, è emblematico.
Il volume, curato da Robert Silverberg nel 1998, raccoglieva i racconti di alcuni dei più grandi scrittori di fantasy contemporanei con opere ambientate in quei mondi che li hanno resi famosi. Al suo interno vi erano pertanto testi di Stephen King (La torre nera), Terry Goodkind (La spada della verità), Orson Scott Card (Alvin il costruttore), Robert Silverberg (Le cronache di Majipoor), Ursula K. Le Guin (Saga di Earthsea), Raimond E. Feist (Saga di Riftwar), Terry Pratchett (Mondo Disco), George R.R. Martin (Le cronache del ghiaccio e del fuoco), Tad Williams (Il ciclo delle spade), Anne McCaffrey (Il ciclo di Pern) e Robert Jordan (La Ruota del Tempo).
Mentre da noi l’antologia spariva, nel 2003 negli Stati Uniti Silverberg curava una seconda antologia, mai tradotta in italiano, intitolata Legends II: New Short Novels by the Masters of Modern Fantasy. Alla sua realizzazione partecipavano Robin Hobb, George Martin, Orson Scott Card ,Diana Gabaldon, Robert Silverberg, Tad Williams, Anne McCaffrey, Raymond Feist, Elizabeth Haydon, Neil Gaiman e Terry Brooks. Entrambi i volumi sono stati ristampati più volte, a testimonianza del loro successo.
Per sua stessa affermazione gran parte della popolarità delle Cronache del ghiaccio e del fuoco si deve proprio al Cavaliere errante. Parecchie volte alle convention o alle sessioni di autografi un fan gli si è accostato dichiarando di non aver mai sentito parlare di lui fino al momento in cui aveva comprato Legends per leggere la storia di Jordan (o di King, Pratchett, Le Guin o di uno qualsiasi degli altri autori presenti nel volume). Leggendo Il cavaliere errante, però si era talmente innamorato di Dunk ed Egg da mettersi a cercare altri libri suoi.
Mercati diversi, certo. Se da noi un episodio del genere sembra semplicemente impossibile perché in un paese in cui si legge poco gli editori devono valutare attentamente quali rischi correre, negli Stati Uniti è possibile anche qualche scelta rischiosa in più se legata a un progetto di qualità. Scelta che, nel caso di Warriors, dimostra come il racconto non sia affatto una forma d’arte inferiore rispetto al romanzo come sembrano credere coloro che snobbano la più breve dimensione narrativa, ma semplicemente una forma diversa.
Questa differenza è stata recentemente spiegata da Robin Hobb in un’intervista rilasciata proprio per promuovere Warriors.
Quando, come in questo caso, collabora a un’antologia, scrive sempre un testo troppo lungo, quindi lo taglia ripetutamente e infine invia al curatore un testo che è ancora troppo lungo, unito a una lettera di scuse. Nonostante questo, adora i racconti, perché scriverli è un po’ come tagliare un diamante. Si elimina tutto ciò che c’è di troppo intorno fino a lasciare solo lo scintillante cuore. Più che tonificante, tutto questo è una meticolosa tortura, ma alcune storie richiedono di essere narrate in questa forma, e se le si vuole narrare bisogna lavorarci sopra.
Warriors è stata pubblicata lo scorso 16 marzo. Si tratta di un volume che presenta rischi maggiori rispetto a quelli normalmente insiti in un’antologia perché è un’antologia cross-genere, il che significa che i racconti contenuti al suo interno hanno un tema comune, la guerra in tutte le sue sfaccettature, ma appartengono ai generi più disparati. L’opera è stata curata da Martin e dal suo amico Gardner R. Dozois, entrambi presenti anche in veste di autori.
L’idea di realizzare Warriors, ha spiegato, è stata di Martin, che ha proposto il tema, mentre la decisione di spaziare fra diversi generi è nata nella successiva fase di progettazione, e per qualche tempo è stata subordinata alla necessità di trovare un editore disposto ad acquistare l’opera.
In seguito sono passati a selezionare gli autori con la speranza che i lettori, comprando l’antologia per leggere il racconto del loro scrittore preferito, finissero con l’innamorarsi delle opere degli autori a loro sconosciuti al punto da leggere anche il resto della loro produzione.
Una delle cose più affascinanti in un progetto di questo tipo, secondo Dozois, è Una delle cose più affascinanti in un progetto di questo tipo, secondo Dozois, è l’opportunità di lavorare con alcune delle menti più affilate e alcuni degli autori più talentuosi del momento. Si tratta di qualcosa che, entro certi limiti, lui ha sempre fatto sia per l’Asimov’s Science Fiction che per The Year’s Best Science Fiction, ma in questo caso tutto ha assunto proporzioni maggiori perché la natura cross-genere del volume lo ha portato a contatto con alcuni generi che in precedenza non gli erano familiari.
Il risultato finale, non solo secondo i curatori ma anche alcuni autorevoli blog che hanno pubblicato la loro recensione, è straordinario.
Gli altri autori che hanno racconti compresi in questo primo volume sono Joe Abercrombie, Megan Abbott, Cecilia Holland, Melinda Snodgrass, Jim Butcher, Carrie Vaughn, Joe R. Lansdale, Meghan Lindholm (Robin Hobb) e Lawrence Block, mentre nel prossimo volume ci saranno racconti di Brandon Sanderson, Sharon Kay Penman, Lev Grossman, Nancy Kress, Diana Rowland, Diana Gabaldon, Sherrilyn Kenyion, S.M. Stirling, Sam Sykes, Pat Cadigane Caroline Spector.
Nell’introduzione a quest’antologia Dozois ha scritto
Sul modello di Warriors, La principessa e la regina è stata concepita come un’antologia trasversale ai generi, capace di mescolare ogni tipo di fiction. Abbiamo chiesto dunque a scrittori di vari campi — fantascienza, fantasy, mystery, storico, horror, paranormal romance, uomini o donne che fossero — di affrontare il tema delle “donne pericolose”, e all’appello hanno risposto alcuni dei migliori autori in circolazione, sia scrittori emergenti sia giganti come Jim Butcher, Joe Abercrombie, Carrie Vaughn, Joe R. Lansdale, Lawrence Block, Cecilia Holland e George R.R. Martin.
In queste pagine non vi imbatterete in vittime indifese che piagnucolano terrorizzate mentre l’eroe maschio sgomina i mostri o incrocia la spada con il cattivo e, se qualcuno volesse legare questo tipo di donne ai binari del treno, senza dubbio troverebbe pane per i suoi denti. Qui incontrerete donne guerriere che brandiscono la spada; intrepide donne pilota ed eroine spaziali; mortali serial killer; formidabili supereroine; scaltre e seducenti donne fatali; maghe; ragazzacce dalla pelle dura; donne fuorilegge e ribelli; ruvide sopravvissute di un futuro apocalittico; investigatrici private; implacabili donne giudice; superbe regine che comandano nazioni e che per le loro gelosie e ambizioni condannano migliaia di persone a una morte terribile; coraggiose cavalcatrici di draghi e molto altro.
Buona lettura!