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In Louisiana Rick Santorum consolida la sua strategia sudista

Creato il 25 marzo 2012 da Pfg1971

In Louisiana Rick Santorum consolida la sua strategia sudista

In Louisiana Rick Santorum consolida la sua strategia sudista

 

 

Non appena le primarie repubblicane si spostano a sud, come è successo sabato con la Louisiana, si ripete sempre lo stesso copione, Rick Santorum trionfa con margini importanti e Mitt Romney si piazza secondo ben distanziato dal primo.

 

Poi, al terzo posto, con un risultato a dir poco deludente per un candidato che avrebbe voluto aggiudicarsi la buona parte della fascia meridionale degli stati americani, Newt Gingrich. L’ex speaker ormai resta in gara per pura rappresentanza e vi resterà finché dureranno i finanziamenti del re dei casinò di Las Vegas, Sheldon Adelson.

 

Invece Rick Santorum, malgrado i voti che riesce a sottrargli Gingrich, continua nella sua strategia di campione del conservatorismo repubblicano duro e puro. Una tattica che lo vede trionfare negli stati del sud e in qualche zona del Mid-West. Romney, da parte sua, prevale al nord e negli con un elettorato conservatore più moderato.

 

L’ex governatore è in testa nel conteggio dei delegati ed ormai Santorum non è più in grado di raggiungerlo. Secondo un conteggio del New York Times, per eguagliare il numero dei delegati conquistati da Romney, Santorum dovrebbe vincere nel 70% degli stati che ancora devono votare, di qui a giugno.

 

Una possibilità alquanto remota visto che mancano ancora stati molto favorevoli per Romney e con un numero di delegati in palio davvero rilevante, come New York o la California. Quindi, malgrado i proclami di vittoria e di possibile conquista della nomination repubblicana, Santorum sa benissimo che non potrà farcela.

 

È consapevole di poter fare il pieno dei voti dei conservatori evangelici e fondamentalisti, ma sa anche che non possono bastargli per sfidare Obama a novembre. Dovrebbe estendere il suo appeal anche agli stati del nord e con un elettorato più moderato, ma il suo messaggio, tutto spostato all’estrema destra, non glielo permette. Punta quindi ad ottenere una convention in cui possa far sentire la sua voce in modo forte e chiaro, come successe a Reagan del 1976, per poi riprovarci di nuovo nel 2016.

 

A sua volta, Romney, ottenuto il sostegno di un membro dell’establishment del Gop come Jeb Bush, continua a fare gaffe, segno che la sua candidatura, pur se maggioritaria, resta molto debole. In sostanza, quest’anno i repubblicani non hanno proprio di meglio da offrire.

 

Un suo collaboratore, parlando in televisione, ha sostenuto che anche se Romney continua a battere su temi con cui vorrebbe accreditarsi come un vero conservatore, in modo da drenare voti nell’elettorato di Santorum, in realtà non è così. Infatti, quando si tratterà di contrastare Barack Obama, Mitt Romney abbandonerà i toni più estremi e, come si fa con una lavagna quando si cancella, si sposterà al centro.

 

Sono parole sincere che però non fanno altro che confermare l’immagine di Romney di un politico opportunista, privo di idee forti e pronto a spostarsi ovunque vada l’elettorato.   


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