In memoria di te

Creato il 16 novembre 2013 da Giuseppe Armellini

91 anni fa nasceva quello che sarebbe diventata una delle persone più importanti della mia vita.
Senza averlo mai visto di persona.
Senza averlo mai incontrato.
Ma è come se l'avessi fatto, come se, nemmeno fossi suo nipote, decine e decine di volte mi fossi sdraiato vicino a lui ad ascoltarlo raccontare storie impossibili che solo lui poteva inventare.
Storie di uomini che perdono la vista senza un perchè.
Storie di uomini che vedono sè stessi dentro un film e partono alla ricerca di quel sè stesso.
Storie in cui la Morte si dimentica di uccidere e insegue un uomo per rimediare all'errore. Ma finisce per innamorarsene.
Storie di una nazione, la sua, il Portogallo, che si stacca dall'altra e inizia a navigare per mare.
Storie di un Gesù mai così poco figlio di Dio ma mai così meravigliosamente umano.
Storie dove le donne, sempre le donne, sono quello per cui l'umanità merita di esistere e i cani leccano le lacrime degli uomini.
Storie raccontate solo come lui sa fare, in apnea, senza pause, senza punti, entri in una frase e non sai più quando ne esci.
Storie in cui si mischia tutto, la meraviglia della lingua, la magia della sintassi, la Storia, la politica, la religione, le umane debolezze e le umane schifezze, la bellezza delle piccole cose, la magia dell'amore, l'assurdità della Vita.
Storie raccontate da un vecchio che ha il cervello di un bambino iperdotato.
E io mi sdraiavo lì, ad occhi chiusi, ad ascoltare ogni sua storia, vergognandomi ogni volta di provare a fare in un modo penoso e maldestro quello che lui sapeva fare in modo divino, scrivere.
Non morire, gli dicevo, Sono vecchio rispondeva, Non morire, scrivi ancora, non ci lasciare, Sono vecchio, troppo vecchio, devo andare.
Lo fece poco più di 3 anni fa, a 88 anni, nella sua isola.
Volevo andare a salutarlo, ancora maledico di non averlo fatto.
Ma il suo nome mi mancava e questo cagnolino che ogni volta mi scodinzola davanti l'ho chiamato con quel nome.
E' un bravo cane, probabilmente anche lui asciugherebbe le mie lacrime leccandomi il volto.
Si chiama Jose.

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