Mattia Torre è quello del trio Torre-Ciarrapico-Vendruscolo, sceneggiatori - tra le altre cose - della serie Boris e del relativo film.
Ovviamente Torre non è solo questo, ma anche autore teatrale, peraltro vincitore di premi.
Lo dico però semplicemente per inquadrare lo stile che probabilmente chi già lo conosce nella veste di sceneggiatore ritroverà in questi cinque atti comici (che poi sono anche in parte tragici).
Complessivamente ne viene fuori l'immagine agrodolce, il carattere divertente e disperato, la componente indifesa e cinica dell'Italia e degli italiani, ma anche dell'umanità tutta, appesa al significato incomprensibile della propria esistenza.
Il primo atto, In mezzo al mare (da cui prende il titolo il libro), racconta di un giocatore di ping pong che ama Elena, ma è completamente perso nell'insensatezza del mondo circostante, incapace di comprendere anche le cose più semplici, la cui inettitudine è in grado di giustificare la sua pericolosità emotiva.
Gola, il secondo atto (in fondo al post il monologo recitato da Valerio Mastandrea), è un pezzo a dir poco esilarante, in cui ci si fa beffe della vera e propria ossessione degli italiani per il cibo, in cui si spiega come e perché l'atto e il pensiero del mangiare rappresentano una priorità assoluta nella vita di noi tutti,
Colpa di un altro è una brevissima, ma efficace riflessione su quel processo di scaricabarile che costituisce un vero e proprio sport nazionale, quello in cui gli italiani vantano certamente il primato mondiale assoluto.
Con Yes I can viene in qualche modo messo alla berlina il mito della ricchezza e del potere e, soprattutto, l'idea di una società che non ne può fare a meno.
Infine, Il migliore è la storia di un bravo ragazzo, un po' sfigato ma buono, direi buonissimo, operatore di call center, un po' maltrattato dalla vita, con un bel po' di guai fisici e relazionali. Fino a che un giorno, assolto pur essendo colpevole, tira fuori la parte cinica, cattiva e sprezzante di sé, e improvvisamente il successo e la fortuna gli sorridono e la vita gli offre tutto quello che il suo precedente atteggiamento dimesso gli avevano negato.
Il libro si legge in un pomeriggio e lascia dentro una lunga coda di pensieri, in cui allegria e inquietudine si mescolano inscindibilmente. Una scrittura arguta, mai banale, che apre la mente e fa riflettere.
"issimo, issima" - come Mattia Torre ripete come un mantra ne Il migliore.
Voto: 4,5/5