In mostra i misteriosi "amanti" dell'antica Mutina

Creato il 01 settembre 2013 da Kimayra @Chimayra

I cosiddetti amanti di Modena

Dal 13 settembre al 24 novembre 2013 si terrà, a Modena, una mostra dal titolo "Mano nella mano. Reperti di un amore oltre la morte". La mostra sarà ospitata nel Lapidario Romano dei musei Civici. Al centro della mostra una foto che ha fatto il giro del mondo, un ritrovamento del 2009.
La sorprendente scoperta è stata fatta nel 2009, durante gli scavi archeologici in un'area compresa tra viale Ciro Menotti e via Bellini a Modena. La zona non è distante dalle fortificazioni dell'antica Mutina ed è ritenuta, dagli archeologi, potenzialmente ricca di memorie del passato. Alla fine dello scavo emergono strutture di età romana riferibili al suburbio di Mutina e una necropoli tardoantica.
Questi ritrovamenti, di per sé, non avrebbero destato lo stupore e l'interesse del mondo archeologico se non fosse stato per una suggestiva sepoltura del VI-VII secolo d.C., che i media non hanno perso tempo a battezzare "degli amanti di Modena". Il rapporto tra i due individui sepolti nella medesima fossa, in realtà, non è stato ancora chiarito. Gli archeologi stanno aspettando gli esiti dell'esame del Dna, che saranno disponibili a metà settembre.
Proprio questa straordinaria sepoltura è al centro della mostra che sta per essere inaugurata, inserita tra gli eventi del Festival della Filosofia 2013 che si terrà a Modena, Carpi e Sassuolo nelle giornate del 13, 14 e 15 settembre.

Le sepolture tardoantiche dell'antica Mutina

La mostra ripropone la ricostruzione della sepoltura dei due individui realizzata dall'équipe del professor Gruppioni. Vi saranno anche pannelli illustrativi e un giornale di mostra che mostrerà, in anteprima, i risultati degli scavi archeologici e delle analisi antropologiche condotte non solo sui due defunti ma anche sugli individui ospitati nelle 11 sepolture complessivamente rinvenute. Questi esami rivelano che una parte della necropoli era stata riservata a uomini adulti uccisi a colpi di spada, forse per difendere le loro case e le loro famiglie, e seppelliti in sepolcri monumentali. Il caso più emblematico è quello di un individuo che presentava lesioni sia sul cranio sia sulle vertebre cervicali, dovute alla decapitazione per mezzo di un colpo inferto da una lama tagliente e affilata.
Non si sa ancora quale sia l'origine di questa comunità sepolta alle porte dell'antica Mutina tra il V e il VI secolo d.C.. Gli individui della comunità sono stati sepolti con il capo verso ovest e si pensa potessero essere di origine germanica. Queste popolazioni, secondo la documentazione archeologica, migrarono in questa parte d'Italia già a partire dal IV secolo. Nel V secolo d.C., poi, Mutina dovette affrontare le conseguenze del passaggio dei Visigoti di Alarico e degli Unni di Attila. Nel 569, poi, Mutina fu probabilmente conquistata dai Longobardi.