In ogni mela c'è una stella.

Da Birdin
Daccordo, non giriamoci intorno: è una vita che non mi siedo davanti a questa tastiera e mi metto a raccontare. Dall'ultima volta ho cambiato casa e città. Sono avvenuti fatti complicati, alternati a momenti di routine casalinga non proprio all'altezza di Wisteria Lane. Giornate in cui di fronte al dubbio sul tacere o scrivere come un fiume in piena ha vinto una pausa di silenzio. Sono tornata a vivere da dove ero venuta, in una casa grande e luminosa a pochi passi dal mare. Coi pavimenti di marmo degli anni '60, le lampadine al soffitto ancora nude, il bagno con una vasca romantica sotto la finestra, il panorama sulle colline, gli infissi un po' rattoppati. Sul condominio, invece, meglio tacere.

Ho cambiato casa e città, ma io non sono cambiata. Conservo gli stessi impulsi ad accendere il forno quando saggezza vorrebbe che mi fermi un attimo, sogno sempre di vivere in un altro paese, tra i buoni propositi dell'anno c'è l'inglese e vorrei ancora scrivere per lavoro. Cucino a volte per dovere, a volte spinta dalla voglia di sentire che mi piace, che posso essere creativa e che una cosa nuova messa sulla tavola a cena ci mette il buonumore. Per poi dimenticare ogni volta di scattare una foto in modo da potervela raccontare.

Tutto intorno si sta riempiendo a poco a poco di noi, dei libri e dei giochi in giro per casa, del profumo di un dolce con la farina di castagne di cui siamo diventati dipendenti, dei capricci e dei malumori, degli scherzi e delle risate, di stanchezze e ripartenze.
Ho una gran voglia di contatti, connessioni virtuali, vita sociale gomito a gomito e allo stesso tempo penso che è arrivato il momento di cominciare a ricostruire uno spazio mio, che amo ancora da matti andare al cinema da sola nel primo pomeriggio, che quando la casa è vuota si sta troppo bene per sprecare il momento altrove.
Sono attaccata alla luce che il mattino inonda la casa, al silenzio di certi momenti, alle pareti ancora vuote mentre elaboro progetti su come riempirle. E i progetti in testa non mancano mai, solo che ultimamente semplifico tutto all'osso perchè forse non c'è sempre bisogno di caricarsi di grandi imprese per crescere e migliorare. A volte basta un colpo di fulmine e non se ne parla più.Come per questa mela. La mia amica dello yogurt ha fatto di nuovo breccia in me, mostrandomi come mangia la mela il suo bimbo, alla scuola Steiner.Da allora Ingrid mi chiede la mela con la stellina dal primo mattino, prendendola con entrambe le maninine e occhi e bocca spalancati. Sei un genio, signor Steiner!
 

ingredienti
una mela profumata e croccante
Lavare la mela e tagliarla nel senso della larghezza, in orizzontale. Al centro apparirà la stella dei semini che andranno tolti e, in caso la mela non sia biologica o si preferisca per gusto, togliere anche la buccia.

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