Passiamo il pomeriggio a far foto al folto gruppo di sorelle, cugini e nipoti della sposa di cui presto perdo il conto tanto è grande questa famiglia. Gli uomini scavano una buca per l’asado, la carne alla brace della mucca macellata ieri: nella buca si fa la brace e la carne è infilzata in bastoni appuntiti appoggiati al traliccio sospeso sul buco. Ci metterà cinque ore per cuocere, la carne bagnata ogni tanto con acqua e sale per non farla bruciare. Intanto le donne impastano farina di mais e manioca per la chipa (il pane guaranì), infornano la sopa (impasto di mais macinato e formaggio con la consistenza simile alla polenta, tipico del Paraguay), bollono la manioca (simile alla patata), e insaccano la morsilla (il nostro sanguinaccio), le mani piene di sangue ad un passo dal fuoco fumante. Tutti lavorano, bevono birra, giocano a pallavolo, i bambini giocano a nascondino, gli animali razzolano in giro, e noi facciamo foto a qualsiasi cosa si muova tra le risa delle donne che ci prendono in giro sorridendo bonariamente al nostro obiettivo che vuole cogliere questi preziosi momenti di vita campestre paraguayana: ci sentiamo onorati di essere partecipi di questo momento unico. Ad un tratto si mette a diluviare: la terra rossa si impasta e i bambini corrono qua e là bagnati fradici. Il caldo è davvero insopportabile, solo a stare fermi si suda, ma quasi non lo sentiamo presi come siamo dalla varietà umana e animale che ci circonda.
Verso sera comincia ad arrivare la gente: adulti e bambini si moltiplicano mentre Ivo dorme e io scrivo sotto gli sguardi incuriositi dei bambini che sbirciano le pagine ridendo e correndo via.
Quando l’asado è pronto comincia la festa e la birra corre a fiumi tra danze, risate e sorrisi stampati: tra una birra e l’altra riesco persino a parlare un po’ di spagnolo!
Andiamo a letto alle 11 e all’1:30 siamo già in piedi: ci aspettano altre due ore di macchina fino ad Asuncion per prendere il pullman delle 5:15 per Iguazù.
Lasciamo le meraviglie del fronte Brasiliano delle cascate e alle 21:30 siamo di nuovo sul pullman per Asuncion: la terza notte insonne passa ancora ‘on the road’, questa volta in un caldo soffocante e disturbato da un continuo sali-scendi di persone e bagagli.
E ora siamo qui, ad Asuncion, a casa di una delle tante sorelle della sposa, aspettando l’evento di domani che ci ha portati qui dall’altra parte del mondo: un grazie alla sposa e allo sposo che ci hanno permesso di vivere questa meraviglioso Viaggio in Sud America!
[ Racconto di viaggio di Federica L. ]