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In parole povere: perché la Rivoluzione d'Ottobre si commemora a novembre?

Creato il 07 novembre 2014 da Redatagli
In parole povere: perché la Rivoluzione d'Ottobre si commemora a novembre?

Tra il 7 e l'8 novembre 1917 Lenin e Trockij guidarono un'insurrezione del partito bolscevico contro il governo provvisorio allora in carica e che aveva deposto – nel marzo dello stesso anno – lo zar Nicola II. Iniziata nella serata del 6 novembre, la rivoluzione si estese progressivamente ai centri nevralgici di Pietrogrado (o San Pietroburgo, se preferite) e trionfò nella prima mattinata dell'8 novembre con la presa del Palazzo d'Inverno, dove si erano rifugiati i membri del governo provvisorio. Venne così instaurato un governo rivoluzionario presieduto da Lenin e decretato il passaggio del potere ai soviet.
Tutti questi avvenimenti vennero chiamati, e sono tutt'ora ricordati dalla storiografia, Rivoluzione d'Ottobre.

Un momento: Rivoluzione d'Ottobre? Ma non era Novembre? Domanda tipica e più che legittima, specie considerando la fretta e la rapidità con cui certi temi vengono trattati a scuola. Potremmo liquidarla ironicamente dicendo che, si sa, in Italia certe notizie arrivano sempre tardi, “in differita”. Ma, scherzi a parte, la questione è molto più semplice di quanto sembri. Il fatto è che la rivoluzione bolscevica fu detta d'ottobre perché nell'allora Impero russo era effettivamente ottobre, e non novembre. No, non perché i russi e i popoli slavi siano tardi, ma perché utilizzavano e utilizzano un calendario diverso dal nostro: il cosiddetto calendario giuliano.

In parole povere: perché la Rivoluzione d'Ottobre si commemora a novembre?
Che cos'è il calendario giuliano? Facciamo un salto indietro, un salto bello grande. Il calendario giuliano prende il suo nome da Giulio Cesare che lo promulgò nel 46 a.C. e ne fece il calendario ufficiale di Roma e dei suoi territori. Questo calendario, come si potrà immaginare, verrà progressivamente esteso a tutti i territori dell'Impero romano e sarà fatto proprio anche dai cristiani. Ma c'era un piccolo problema: il calendario giuliano accumulava un piccolo ritardo ogni anno. Lo scarto che si aveva rispetto all'anno solare era di poco più di una decina di minuti che si accumulava progressivamente ogni anno creando numerosi problemi.
Nel 1582 si decise così di cambiare sistema e venne introdotto il calendario gregoriano che deve il suo nome ancora una volta dal suo promulgatore, papa Gregorio XIII. Tutt'oggi la nostra divisione dell'anno segue questo modello.

E la Russia? Non adottò anch'essa il calendario gregoriano? No. Si dà il caso che la Russia nel 1582 fosse da diverso tempo lontana e indifferente dalle scelte di Roma e del suo pontefice massimo. Il cosiddetto Grande Scisma aveva allontanato in età medievale la Chiesa di Costantinopoli da quella di Roma. Fu da allora, possiamo dire semplificando, che si parla di una cristianesimo cattolico, quello romano, e di un cristianesimo ortodosso, quello orientale.
Ora, i territori dell'attuale Russia si trovavano allora proprio nell'orbita della chiesa ortodossa e da allora si ritennero dunque una realtà religiosamente separata rispetto a quella cattolica. Quando dunque papa Gregorio XIII introdusse la riforma del calendario nel XVI secolo, gli ortodossi “fecero spallucce” e continuarono a utilizzare il proprio calendario, quello giuliano.

Dunque, tornando al nostro tema, nell'Impero russo la rivoluzione bolscevica avvenne effettivamente in ottobre – nei giorni 24 e 25 per essere precisi – stando al calendario giuliano ancora in uso. Mentre, secondo il calendario gregoriano che ancora si utilizza in buona parte del mondo, l'insurrezione avvenne tra il 6 e il 7 novembre.
Ecco dunque perché, paradossalmente, la Rivoluzione d'Ottobre per noi avvenne in novembre. 

doc. NEMO
@twitTagli


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