Nel racconto che sto scribacchiando, ho eliminato un aggettivo. È una notizia? No ovviamente, anzi credo che sia un chiaro sintomo di delirio. Però il personaggio si muoveva nel buio, e avevo scritto:
spazioso
D’accordo, il narratore è onnisciente, però qui mi è sembrato di esagerare. Chi se ne sarebbe accorto? È una domanda lecita, però non sono quelle che ci si deve porre.
Se l’obiettivo è creare qualcosa di valore è necessario accettare che pochi siano in grado di apprezzare il proprio lavoro. Ci sono un mucchio di libri: troppi. Non dovrei scriverlo, vero?
Alla fine si è quasi portati ad accettare la quantità, invece della qualità. Tutti o quasi sono lì a sventolare l’esempio di Amanda Hocking o di John Locke: perché perdere tempo con uno stupido aggettivo?
Probabilmente per amore delle parole. Per rispetto del lettore.