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In più occasioni, diversi rappresentanti di Confagricoltura e Coldiretti e Cia hanno precisato che il contributo all'ente consorzi di bonifica va pagato, almeno come regola generale.

Creato il 09 marzo 2016 da Antoniobruno5
In più occasioni, diversi rappresentanti di Confagricoltura e Coldiretti e Cia hanno precisato che il contributo all'ente consorzi di bonifica va pagato, almeno come regola generale. I primi controlli a campione hanno fatto emergere una situazione di criticità per quanto riguarda i servizi «I controlli hanno dimostrato che la manutenzione dei consorzi è stata tutt'altro che eccellente» «Male la manutenzione, da qui la rabbia» In campo con le aziende Confagricoltura e Coldiretti di Alessandra LEZZI Le levata di scudi di sindaci e mondo politico non appassiona più di tanto le associazioni di categoria. In più occasioni, diversi loro rappresentanti hanno precisato che il contributo all'ente consorzi di bonifica va pagato, almeno come regola generale. I ricorsi, quindi, saranno supportati da Cia, Coldiretti e Confagricoltura solo laddove è venuto meno incontestabilmente l'ormai nota correlazione tra versamento dell'imposta e beneficio ricevuto che le norma in primis cita come imprescindibile punto di riferimento. Nessuna delle associazioni ha mai messo in discussione la necessaria esistenza dell'ente consorzi. «Va gestita al meglio, vanno razionalizzate le risorse, urge un piano di ristrutturazione, va tagliato il numero dei dipendenti»: , le frasi che più volte hanno ripetuto tutti, da Gianni Cantele e Giuseppe Brillante di Coldiretti a Vito Murrone della Cia. Ma l'ente resta per tutti un riferimento irrinunciabile per il mondo agricolo, «purché riprenda a funzionare adeguatamente». «Il servizio reale e non virtuale è un presupposto che non si discute, ma questo non si interpreti come una posizione ostativa nei confronti dell'ente consortile», precisa Donato Rossi, presidente di Confagricoltura Puglia. «Le aziende possono e devono rivolgersi e noi ma sia chiaro che appoggeremo i ricorsi solo laddove si dimostrerà che effettivamente  non vi è stato alcun beneficio». Ma è sul significato di "beneficio" che Rossi mette le mani avanti: «Il problema della manutenzione, o meglio della mancata manutenzione, va certamente affrontato con fermezza ma non può essere a prescindere motivo di esonero dal tributo. Agricoltori e proprietari terrieri devono sapere che le presenza del canale e l'irrigazione sono un servizio che sulla base della normativa vigente va pagato».
A fronte di questo Rossi ritiene utile una sospensione temporanea del pagamento del tributo, finché - spiega - non si giunga ad un quadro gestionale che utilizzi le poche risorse finanziarie a disposizione in una duplice direzione. «Il pagamento degli stipendi - sottolinea il capo  di Confagricoltura - non può essere l'unica priorità, se poi per andare in pari si rinuncia alla manutenzione dei canali». Sostanzialmente, è la sua tesi, risulta difficile - pur mettendoci razionalità e buon senso che il caso richiede - convincere il mondo agricolo, già su più fronti in seria difficoltà, a versare un tributo per qualcosa che non toccano con mano. E i canali pieni di erbacce e detriti forniscono loro un ottimo motivo di collera sul quale diventa difficile trovare una mediazione. «I controlli a campione che abbiamo eseguito successivamente alle segnalazioni di alcune aziende hanno in effetti dimostrato che sul piano della manutenzione l'attività consortile è stata tutt'altro che eccellente e la rabbia dei proprietari terrieri non è poi cosi ingiustificata», dice Gianni Cantele, di Coldiretti Puglia, che annuncia: «Noi andremo in autotutela davanti alla commissione tributaria e Roma. Sei giudici dovessero darci ragione, si ribalterebbe l'onere della prova, che quindi spetterebbe ai consorzi e non più ai consorziati». «La manutenzione dei canali non è diffusa sull'intero territorio e persino il costo dell'acqua è particolarmente elevato. Siamo a 40 centesimi a metro cubo», gli fa eco il collega leccese Giuseppe Brillante che ha dalla sua le foto che raccontano parte del viaggio della Coldiretti tra i canali di bonifica del territorio. Tutti pronti a sedersi intorno a un tavolo, ma riduzione del numero di personale e debiti da ripianare con fondi regionali sembrano essere inderogabili punti fermi. Fonte:In più occasioni, diversi rappresentanti di Confagricoltura e Coldiretti e Cia hanno precisato che il contributo all'ente consorzi di bonifica va pagato, almeno come regola generale.

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