Inizia così la vicenda del film di un ottimo sceneggiatore che un produttore illuminato come Beppe Baschetto ha finalmente fatto alzare dalla sedia collocata davanti al computer per metterlo al comando di quella ciurma (che immaginiamo divertente e divertita) che ha realizzato un film che trova una sua collocazione originale nel panorama del cinema italiano contemporaneo. Perché Francesco Bruni non vuole proporci l'ennesima commedia generazionale, non vuole spacciarci volgarità a buon mercato ma nemmeno propinarci un'opera prima 'autoriale'. Vuole qualcosa di più e di diverso. Ci vuole innanzitutto ricordare che una sceneggiatura che funzioni ha bisogno di un costante ancoramento alla realtà.
Bruni racconta un adolescente 'vero' non un ragazzo immaginato al chiuso di una stanza e poi riversato sulla tastiera di un iPad. Così come nell'inedia di Beltrame ritrae una parte di questa nostra società italiana che si è ormai ritratta, per perdita di fiducia anche nelle proprie capacità, dall'interazione. L'incontro tra Bruno e Luca cambia tutti e due ma senza che sia necessario spingere sull'acceleratore della commozione che la relazione padre non conosciuto/figlio avrebbe potuto suggerire. Molto più semplicemente ed efficacemente "Scialla!" ci dimostra e dimostra che anche l'adolescente più recalcitrante e apparentemente impermeabile a ogni stimolo che vada al di là dei bisogni primari è alla ricerca (molto spesso inconsapevole) di una guida.
Nel film non c'è mai un momento in cui si possa individuare il benché minimo sentore di un atteggiamento predicatorio. Eppure riesce a ricordarci quanto famiglia e scuola debbano trovare una convergenza d'intenti che abbia al centro i ragazzi. Sempre più difficili da comprendere ma forse proprio per questo più bisognosi di sostegno. Lo fa con il romanesco brillante di Luca e con il veneto (meglio ancora: il padovano) sornione di Bruno. Facendoci ridere e sorridere ma con i neuroni in attività.