Ho sognato che il cardinale Angelo Bagnasco lunedì prossimo 24 gennaio 2011 durante il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana si rivolga al paese con queste o simili parole:
In questo momento del nostro paese, un momento nel quale i rifiuti accumulati sulle strade di una delle nostre più belle città si sono come riversati dentro le nostre anime e invadono le nostre case quando guardiamo il telegiornale; in questo momento nel quale tonnellate di spazzatura colmano le nostre menti già al mattino quando prendiamo in mano il giornale e generano in chi si accinge al lavoro un senso di frustrazione e di oscuro malessere; in questo momento nel quale si moltiplica la triste nomea sull’essere italiani, cioè gente ritenuta poco seria, poco precisa, poco affidabile, di una simpatia e di una furbizia che spesso nascondono l’imbroglio per un made in Italy della morale che ci colloca ai primi posti in Europa per corruzione; in questo momento che vede il nostro paese alle prese con un’immensa catastrofe etica prima che politica perché nessun altro paese occidentale permetterebbe al capo del suo governo di avere a che fare anche solo con un decimo o un centesimo delle situazioni che riguardano il capo del nostro governo; in questo momento che vede il nostro paese, patria del bello e dell’arte, alle prese con una tragedia estetica oltre che etica, perché tutte quelle signorine non immaginano come sono prive della bellezza peculiare di un essere umano che non è mai senza candore e senza grazia come sapeva bene Dante, padre della lingua e della poesia italiana, che cantava la sua donna “tanto gentile e tanto onesta”, e come sapevano Giotto, Simone Martini, Botticelli, Piero della Francesca, Leonardo, Raffaello, Michelangelo quando dipingevano i loro volti immortali di donna; in questo momento nel quale nelle anime si riversano rifiuti chimici di una tossicità devastante che coi loro liquami e miasmi possono corrodere definitivamente il senso del bene e della giustizia, dell’onestà e della fedeltà, e la cura per un linguaggio che onora il senso delle parole e che se dice sì, poi è sì, e se dice no, poi è no; in questo momento nel quale in alcuni di noi può crescere come una serpe velenosa un insidioso sentimento di rabbia e di aggressività vicino alla violenza, e in altri un cupo senso di sconforto e di apatia che conduce a riporre le speranze vitali solo nell’illusione della giocata vincente e nelle fiction-finzioni della tv; in questo momento così basso, così indecente, così volgare e così stupido, invitiamo ogni italiano a resistere e a compiere la sua resistenza circondandosi e come rivestendosi di pensieri alti e puliti.
Ognuno lavi la mente da questa infezione immergendola nel ricordo dei grandi uomini politici italiani di ogni schieramento politico che il nostro paese ha avuto: coloro ai quali dobbiamo questo stato nazionale unitario in questo 150esimo anniversario, i padri della costituzione e gli statisti che hanno guidato l’Italia a risollevarsi dalle macerie fisiche e morali della Seconda guerra mondiale, i grandi Presidenti della Repubblica che abbiamo avuto e che per grazia di Dio abbiamo. Pensi a loro e ai molti altri grandi italiani che purtroppo non è possibile nominare, e non dimentichi che è possibile essere un cittadino onesto, pulito, sincero di questo antico e nobile paese che amiamo, la nostra patria. Non lasciamoci disamorare dall’Italia, perché solo se si ama e si crede nel nostro paese i nostri giovani potranno avere un futuro, perché è dalla forza morale e ideale di un uomo che sgorgano le sue energie migliori che poi diventano economia sana e vitale.
Riflettendo sul male radicale della natura umana, Kant ricordava che “un membro del Parlamento inglese, nel calore di una discussione, esclamò: Ogni uomo ha il suo prezzo, per il quale si vende”. I grandi politici ricordati sopra non sono stati santi, ma uomini che non si sono mai venduti. Di sinistra, di centro, di destra, hanno rifiutato di avere un prezzo. In questo momento del nostro paese non è più questione di schieramenti politici, ma di vendersi o di non vendersi, di essere una merce o di essere liberi. Il libro dell’Apocalisse parla di una Bestia, metafora del potere, che volendo sedurre tutti gli abitanti della terra prese a marchiare loro la destra e la fronte “e nessuno poteva comprare o vendere senza avere tale marchio”. L’Apocalisse continua dicendo che “i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato”. Quelle giovani donne che partecipano alla vita privata dell’attuale capo del governo sono solo il simbolo di una ben più ampia prostituzione della mente e dell’anima che avviene nei palazzi del potere.
La Chiesa non dice queste cose nel nome di sé stessa, anche la Chiesa ha i suoi scandali morali, le sue tonnellate di spazzatura, com’è noto in tutto il mondo. Noi osiamo parlare nel nome di Gesù di Nazaret, che fu venduto per trenta denari ma che non si vendette al potere. È nel suo nome che la Chiesa cattolica invita tutti gli italiani, cattolici e non-cattolici, a non perdere mai questo desiderio di pulizia e di vera libertà.
[la foto è tratta da qui]