In questo paese qui, nessuno muore per caso. In questo paese qui, quando la mafia perde il controllo sul governo uccide. In questo paese qui siamo tanto abituati a far finta di niente che niente ci coinvolge davvero. In questo paese qui tutti gli attentati, tutti: quelli noti come stragi, quelli ad personam dei brigatisti, quelli degli anarcoinsurrezionalisti (invenzione fantastica), quelli dei terroristi neri, dei servizi deviati, fino a Capaci e via D’Amelio e ora il gambizzato, le ragazzine e chissà cos’altro ancora…
In questo paese qui tutte le stragi, tutte, le compie la mafia, quello che cambia è solo il mandante. A volte è lo Stato, a volte la chiesa, a volte la dc, poi il psi e poi ancora forza Italia, la lega, a volte la Magliana, a volte una banca, a volte le cosiddette br e via dicendo. Quello che cambia, in questo paese qui, è solo il mandante mai l’esecutore.
Siamo di nuovo al punto del ’93, allora ci vollero due martiri e qualche minaccia bombarola tipo via dei Georgofili per far calare le braghe allo Stato, per convincerli di nuovo che piuttosto che combatterla la mafia era meglio inglobarla e servirsene, ma è sucesso il contrario però, di nuovo. E la mafia si è reimpossessata dello stato per vent’anni nella “seconda repubblica” cosi come nella prima l’aveva gestito 50 anni malcontati. In questo paese qui le repubbliche si succedono con i titoli dei giornali, senza atti parlamentari, senza atti legislativi dirimenti.
In questo paese qui è difficile credere in un paese diverso.