Quando un mondo di questo tipo subisce crepe e le inevitabili infiltrazioni di realtà, il malato reagisce come aggredito dalla più letale delle minacce, e le sue reazioni diventano pericolosissime, per più ritorsive, sempre nel segno della proiezione, assumendo i caratteri allucinatori della legittima difesa. Attorno a un malato del genere, allora, tutto è a rischio, a cominciare da quanto, pur non appartenendogli, sia per tempo andato incontro a quel processo di assimilazione che è una nota distintiva dei deliri di onnipotenza. In questo caso, parliamo della cosa pubblica, che in numerose occasioni Silvio Berlusconi non ha dato prova di saper più distinguere da quella privata, e che in tali situazioni diventa ciò che un pazzo del suo genere si sente autorizzato a sacrificare pur di difendersi. Passando dalla psichiatria alla politica, siamo al punto in cui il paese ha in Silvio Berlusconi un pericolo mortale. Quando ancora non eravamo in questo punto critico, erano in molti ad augurarsi la sua morte come una delle possibili soluzioni per sbloccare il quadro politico. È davvero strano che, assai meno che prima, oggi nessuno la consideri come l’ultima rimasta. Forse siamo a tal punto irretiti dalla sua pazzia al punto da considerare anche noi sacrificabile la cosa pubblica alla sopravvivenza di uno, lui.
Quando un mondo di questo tipo subisce crepe e le inevitabili infiltrazioni di realtà, il malato reagisce come aggredito dalla più letale delle minacce, e le sue reazioni diventano pericolosissime, per più ritorsive, sempre nel segno della proiezione, assumendo i caratteri allucinatori della legittima difesa. Attorno a un malato del genere, allora, tutto è a rischio, a cominciare da quanto, pur non appartenendogli, sia per tempo andato incontro a quel processo di assimilazione che è una nota distintiva dei deliri di onnipotenza. In questo caso, parliamo della cosa pubblica, che in numerose occasioni Silvio Berlusconi non ha dato prova di saper più distinguere da quella privata, e che in tali situazioni diventa ciò che un pazzo del suo genere si sente autorizzato a sacrificare pur di difendersi. Passando dalla psichiatria alla politica, siamo al punto in cui il paese ha in Silvio Berlusconi un pericolo mortale. Quando ancora non eravamo in questo punto critico, erano in molti ad augurarsi la sua morte come una delle possibili soluzioni per sbloccare il quadro politico. È davvero strano che, assai meno che prima, oggi nessuno la consideri come l’ultima rimasta. Forse siamo a tal punto irretiti dalla sua pazzia al punto da considerare anche noi sacrificabile la cosa pubblica alla sopravvivenza di uno, lui.
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