Il governo siriano sta torturando e uccidendo migliaia di detenuti. A dirlo sono degli investigatori per i diritti umani delle Nazioni Unite che accusano il regime di Bashar al-Assad di crimini contro l’umanità in un rapporto del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dal titolo “Out of sight, out of mind: Deaths in detention in the Syrian Arab Republic”
L’analisi rivela però che sia le forze lealiste che i ribelli hanno commesso crimini di guerra. Molti prigionieri sono stati torturati, alcuni picchiati fino alla morte e altri lasciati morire di fame o di sete.
Durante le indagini, gli investigatori hanno intervistato 621 testimoni. Il rapporto, che analizza un periodo di tempo che va dall’inizio del conflitto nel 2011 al 30 novembre 2015, parla di migliaia di detenuti uccisi in totale.
Il rapporto descrive la situazione dei detenuti in Siria come “urgente e bisognosa di tutela dei diritti umani” e chiede di agire in fretta per evitare ulteriori morti dal momento che ci sono ancora migliaia di detenuti nelle mani dei vari gruppi in guerra.
Ex detenuti hanno descritto agli investigatori le condizioni disumane in cui venivano tenuti, raccontando di come gli agenti penitenziari dessero ordini ai loro sottoposti di torturare i prigionieri.
I corpi senza vita di quelli che venivano uccisi venivano trasportati dagli altri detenuti e spesso lasciati per giorni nei bagni prima di essere portati via.
Le prove ottenute indicano che i superiori delle strutture penitenziarie venivano regolarmente informati dei prigionieri morti sotto il loro controllo.
I cadaveri venivano trasferiti in ospedali militari prima di essere seppelliti in fosse comuni. Molte uccisioni documentate sono avvenute in luoghi controllati dai servizi di intelligence siriani.
Sia le forze lealiste che i ribelli sono accusati di violenza contro i detenuti, ma i crimini più grandi sono stati commessi dalle agenzie governative. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, considera queste torture dei veri e propri crimini di guerra.
Nelle zone della Repubblica araba siriana sotto il controllo del sedicente Stato Islamico, i terroristi hanno sottoposto i detenuti ad abusi gravi tra cui esecuzioni sommarie, senza che venisse svolto alcun processo.
Dal 2011 i civili siriani che erano leali all’opposizione o anche solo non sufficientemente fedeli al governo, potevano essere arrestati in qualunque momento.
Fonte: The Post Internazionale