Combattimenti hanno contrapposto ieri sera e ancora oggi reparti filo-governativi a Malakal, la capitale dello Stato petrolifero di Upper Nile: lo dicono fonti attendibili in città, secondo le quali ci sarebbero vittime e feriti.
“Gli scontri – sottolineano le fonti – hanno visto da una parte schierate le guardie del governatore di Upper Nile e da un’altra miliziani di etnia shilluk al comando di Johnson Olony”. Nell’area di Malakal la tensione era tornata a salire a inizio mese, con l’uccisione del vice di Olony e di 12 suoi commilitoni da parte di militari di etnia Dinka. Il contesto è del resto segnato da rivalità tra gli Shilluk, i Dinka e anche i Nuer per il controllo territoriale della regione.
“Per i civili la situazione è sempre più difficile: la strada verso nord che collega la città con il Sudan è bloccata e per questi i beni di consumo scarseggiano e i prezzi sono saliti alle stelle”.
I combattimenti di Malakal sono parte di una crisi nazionale, cominciata nel dicembre 2013 con le accuse di golpe rivolte dal presidente Salva Kiir al suo ex vice Riek Machar. Gli scontri innescati da questa rivalità politica hanno costretto oltre un milione e 900.000 persone a lasciare le proprie case e provocato secondo l’Onu decine di migliaia di vittime.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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