La mia amica si é creata un mondo “finto-vero”, tutto attorno a lei.
É stata via una settimana per le vacanze, torna e mostra qualche foto di paradisi tropicali, acque cristalline e remote spiagge bianche.
Qualche sorrisino invidioso, scambi fugaci di occhiatacce, qualche poker face e molti cool and awesome.
Lei alza le spalle, sposta indietro la lunga chioma nera e sorride compiaciuta.
Fake. Falso.
Non é stata da nessuna parte, ha solo raccattato qua e la qualche foto, l’ha messa sul telefonino e poi é andata in giro a dire che é di ritorno dai tropici, qualcuno, se non molti, ci crederanno.
Peró … lei é ricca.
É stata la prima cosa che mi hanno detto, prima del suo nome.
Lei é ricca ma secondo noi racconta una marea di frottole, é stato quello che mi hanno detto dopo il suo cognome.
Dice di essere fidanzata con un figaccione messicano ma nessuno l’ha mai visto.
Dovrebbe essere a LA questa settimana, ospite in una penthouse da sturbo ma tu ci credi?
Ha detto che ha lavorato per Elle UK, ma tu l’hai mai letta fra i contributors?
Io scrollo le spalle e vado avanti con il mio business, mentre lei fa sfoggio di un paio di scarpe nuove – impossibili da guardare e ammirare – utlimo suo acquisto durante una scorrazzata per le strade di NY.
Ho dormito a Manhattan, in un albergo a 5 stelle – guarda poi le foto su FB – mi dice mentre si rimira gli anfibi color bronzo cangiante.
Un giorno é venuta e ha dato le dimissioni, dicendo che andava a lavorare per un importante casa di moda, tanti soldi, molte trasferte fra Londra, NY e LA, ma nessuno gli ha creduto.
O meglio, tutti le hanno sorriso, e creduto, e si sono congratulati per il bel salto di qualitá, ma una volta andata via, hanno messo becchi a papera, hanno alzato il sopracciglio e si sono dette: ma tu ci credi?
Sará un’altra bufala sua, ormai non si capisce piú nulla fra ció che é vero, e ció che é falso.
Qualcuna é pure andata ad investigare – non ci sono uffici di quella griffe, lí in quella zona dove ha detto lei.
Un’altra mia amica invece non nasconde di essere scannata, passa le pause pranzo o le serate solitarie a riempire il carrello di ASOS con tutto quello che le piace, poi va al check in, si congratula dell’esosa cifra che é sempre sui 3000/5000 pound e … e lascia lí in sospeso, piú tardi quando le andrá toglierá tutto dal carrello.
Ha l’armadio virtualmente pieno, e si fa felice con questo giochetto del metto nel carrello tutto quello che posso e mi piace, tanto poi … rimetto tutto a posto.
C’é quella che va a caccia del riccone di turno – me ne sbatto del femminismo, dell’indipendenza, voglio solo una carta di credito con uno spending illimitato!
Dice mezza sconsolata, mentre brama le signorotte riccastre che spendono e spandono senza pudore.
Infine c’é quella che non puó rinunciare al caffé, peró i caffé qui costano parecchio e su una settimana, se lo prendi ogni giorno, arrivi a spendere anche 20 pound.
Cerca compulsiva qualche spicciolo nel borsellino vintage, blatera fra sé che dovrebbe portarsi un termos da casa, peró il bicchiere di cartone fa figo, e poi corre sempre di qua e di la … ma come si fa a portarsi un termos!
Quindi pure a Londra, si vive di sogni ed equilibrismi precari.
Tutto il mondo é paese.
Sir Koala ringrazia e saluta.