IN TERRITORIO NEMICO - SIC (Scrittura Industriale Collettiva)

Creato il 06 giugno 2013 da Ilibri

Titolo: In territorio nemico
Autore: SIC (Scrittura Industriale Collettiva)
Editore: Minimum Fax
Anno: 2013

Se si leggesse il romanzo senza soffermarsi su quella strana sigla in copertina, sembrerebbe al lettore di trovarsi proprio davanti a un romanzo di vecchio stampo, lontano dagli esiti recenti del postmoderno. Un romanzo classico che riprende un tema caro alla nostra tradizione letteraria, quello della guerra civile, certamente non nuovo eppure mai banale.

Oggetto della narrazione sono tre storie intrecciate ma allo stesso tempo separate dalla guerra incominciata con l'8 settembre.
Matteo, disertore della marina all'indomani dell'armistizio, si trova a risalire l'Italia per poter tornare a Milano. Qui aveva lasciato la sorella Adele che, a causa dell'improvvisa scomparsa del marito Aldo, improvvisamente si trova a dover cambiare vita e ad abbandonare lo status di borghese per entrare in fabbrica.
Da parte sua, invece, Aldo fugge a casa della madre in campagna, allo scopo di evitare la deportazione in Germania.
La liberazione porterà la pace nelle vite di tutti, compresi i tre protagonisti, che riusciranno a non lasciarsi sopraffare dalle imprese in cui si troveranno implicati o a cui volontariamente parteciperanno. Eppure non tutto sembra essere tornato come da principio: le ferite non si sono rimarginate completamente e le cicatrici sono ancora visibili.

Indubbiamente In territorio nemico è un romanzo partigiano, ricostruito su quei movimenti i cui valori contribuiranno poi alla fondazione della Repubblica. Tuttavia non manca di sottolineare le crudeltà commesse da chi inneggiava alla liberazione.
Per Adele e per Matteo si può addirittura parlare di un romanzo di formazione, di una crescita che però non esclude la disillusione: disillusione dalla falsità della vita borghese, per lei; disillusione dai precetti imposti dallo Stato, per lui.

Ma cosa c'è veramente di nuovo in questo romanzo? C'è che manca l'autore, o meglio, manca l'autore così come siamo abituati a immaginarlo. Più precisamente, di autori ce ne sono ben 115, perché il SIC è un esperimento letterario volto a creare un testo omogeneo ed uniforme senza lasciar percepire la molteplicità che c'è dietro. Gregorio Magini e Vanni Santoni hanno coordinato i lavori, durati circa sei anni, cimentandosi in un'attività da registi: scegliere le scene registrate da più cameramen per poter poi realizzare un prodotto artistico superiore.
L'idea di base è stata quella di creare delle "schede", delle didascalie nelle quali era indicativamente dettata la trama di una determinata sequenza, assegnata poi a un gruppo di scrittori e sviluppata quindi da più menti. I prodotti singoli venivano infine inviati al centro operativo, dove veniva scelta la versione più idonea al racconto.

Senza dubbio un'esperienza particolare, che può suscitare un certo scetticismo.
L'invito naturalmente è quello di leggere prima di giudicare: non c'è il rischio di trovare un collage variegato di brani o micro sequenze; lo stile varia soltanto secondo le necessità del racconto e non per le mani dei co-autori.

  

  

  

 

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