Sono settimane che sono in terapia dal signor Sergio Castellitto, nell'edizione italiana di In Treatment, quindi mi sento pronta a parlarvi di questa Serie (uso volutamente la S maiuscola) perché credo che dopo Romanzo Criminale sia uno dei rarissimi casi di format americano adattato da grandi interpreti italiani.
Per chi di voi non conoscesse la serie, la struttura è incentrata sulla vita professionale e privata dello psicoterapeuta Giovanni Mari (interpretato appunto da Castellitto) e le sue settimanali sedute con i suoi pazienti. La serie è un remake della serie televisiva della HBO che a sua volta è ispirata al format israeliano BeTipul. (ve ne ho parlato QUI)
La serie è trasmessa dal lunedì al venerdì, alle ore 20.30 su Sky Cinema 1 dalla durata di trenta minuti per un totale di 35 episodi.
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Il giovedì è indirizzata alle sedute di coppia con Lea (Barbora Bobulova) e Pietro (Adriano Giannini) entrati in crisi coniugale, dopo che lei è rimasta incinta e non vuole questo bambino per seguire la sua carriera da manager e Pietro che invece lo vorrebbe.
Al venerdì Giovanni diventa invece paziente, sottoponendosi a sedute con il suo mentore Anna (Licia Maglietta). Qui Giovanni si ritrova ad affrontare i timori dei suoi pazienti così complicati e condivide una difficile situazione familiare, in particolare il rapporto con la moglie, Eleonora (Valeria Golino).
La serie mi piace molto (troverete qualche SPOILER ma è necessario per il dovere di cronaca! XD), è impostata come una soap ma con un contenuto molto più complesso e articolato. Di fatti, si può decidere o di seguire un “solo” paziente oppure tutti, senza la necessità di seguire una cronologia quotidiana con il rischio di “perdere” qualche elemento cruciale della storia. Questo senso di verticalità è molto piacevole, perché onestamente parlando, uno può scegliere in base ai propri gusti personali (i miei sono Alice, Sara, Pietro e Lea). Inoltre la serie ha anche un impostazione molto teatrale, sia dal punto di vista delle riprese in un unico ambiente con rarissimi esterni, sia dal punto di vista del girato. Molte sono state le dichiarazioni di come il tutto non venga diviso per “scena”, ma segue un flusso in cui si fa una riunione e le varie camere riprendono dalle varie angolazioni senza interrompere gli attori, inseguito il montaggio di Francesca Calvelli da “spazio” a una inquadratura piuttosto che un'altra a seconda dall'emozione da sottolineare. Di fatti gli unici effetti speciali, sono le emozioni degli attori, trovo che siano tutti perfetti nel ruolo che ricoprono, anche se la migliore di tutti per me è Ilenia Casagrande, ha quella rabbia adolescenziale che non la fa sembrare una “macchietta” come in molte fiction/serie appaiono i quindicenni, ma piuttosto un'intelligenza scatenata da una profonda insicurezza e la paura di quello che sta provando. Altra caratteristica dell'impostazione teatrale è il linguaggio, molto forbito ma che non mette distanza con lo spettatore, poiché ci si addentra nella vita e nelle scelte di questi personaggi toccando temi sono universali e condivisibili. Infatti il vero motore della serie sono questi temi “infiniti”, poiché adesso sono questi i “casi” ma non si esclude che nella prossima serie (che credo si confermerà dato che ha toccato punte di 256mila spettatori, e per una rete privata come Sky è un vero record) ci può essere spazio per altri pazienti, come una casalinga o un imprenditore.
Sergio Castellitto è eccezionale (sono di parte perché mi piace sia come attore che come regista). Come lui spesso dice nella serie “si nutre dei dolori dei suoi pazienti”, una sorta di “iena buona” che usa loro per conoscere i drammi moderni e capire i suoi. Trovo che la puntata del venerdì, quella che ha con Anna, oltre ad essere un perfetto riassunto per lo spettatore dal punto di vista di Giovanni, è anche un modo di chiudere l'argomento della settimana e cominciarne uno nuovo la settimana dopo, e quindi vedere l'evoluzione di tutti i personaggi tranne il suo, attento osservatore che in alcuni casi vacilla, ma sembra tenere comunque la barra a dritta.
Voi che ne pensate? La seguirete o siete già sotto “terapia"?
Alla prossima settimana,