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In Tunisia Essebsi vince il ballottaggio: in esclusiva il commento di una grande esperta

Creato il 22 dicembre 2014 da Cafeafrica @cafeafrica_blog
Il politico veterano Beji Caid Essebsi è stato confermato come vincitore del primo scrutinio presidenziale libero della Tunisia. Ha assicurato 55.68% dei voti nel ballottaggio di domenica, sconfiggendo il presidente ad interim Moncef Marzouki (44.32%).
Mr Essebsi, di anni 88, ha esortato tutti i tunisini a “lavorare insieme” per la stabilità, ma alcuni ritengono che la sua vittoria segni il ritorno del vecchio regime, in quanto lo accusano di aver lavorato per lungo tempo sotto il presidente Zine el-Abedine Ben Ali, estromesso nel 2011 dopo la rivoluzione della primavera araba, che ha innescato rivolte in tutta la regione.
È la prima volta che i tunisini hanno potuto votare liberamente per il loro presidente dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1956.
Ecco il commento a caldo della professoressa Chiara Sebastiani*, esperta sociologa e politologa presso l’Università di Bologna ed autrice di “Una città una rivoluzione. Tunisi e la riconquista dello spazio pubblico.”
Il risultato del ballottaggio – la vittoria di Béji Caid Essebsi – era largamente scontato. Ma non era scontato il come ci si sarebbe arrivati. A urne chiuse, si può dire, quasi nel migliore dei modi: la partecipazione è un po’ calata rispetto al turno precedente ma non troppo. Ci sono state schede bianche e nulle ma non troppe. Se gli scontri in atto nel sud, innescati da giovani sostenitori di Marzouki che gridano ai brogli, rientrano tempestivamente, se gli episodici attacchi alle forze dell’ordine di sospetta matrice terroristica non si moltiplicano, si sarà giunti al perfezionamento di uno dei processi di transizione più interessanti del terzo millennio.
Con il secondo turno il fronte antislamista costituito intorno a Nidaa Tounès dal leader Béji Caid Essebsi ha vinto con ampio margine il secondo round della partita apertasi con la fuga di Ben Ali, dopo la vittoria, altrettanto ampia, del movimento islamista tre anni fa. I voti ottenuti dai due sfidanti – Essebsi 55,68%, Marzouki 44,32% – riflettono largamente i risultati delle elezioni politiche di ottobre e ognuno dei due ha raccolto quello che ci si poteva attendere: Essebsi il suffragio degli antislamisti di destra e di sinistra; Marzouki quello dei militanti e simpatizzanti di Ennahdha (anche se il partito islamista ufficialmente non sosteneva nessun candidato) e di quanti ritengono il vero pericolo sia quello di un ritorno al potere dei benalisti – presenti massicciamente in Nidaa Tounès – e non quello dell’istaurazione di una teocrazia islamica.
I Tunisini hanno praticato l’alternanza e adesso si apre un nuovo esperimento di governo. Le dichiarazioni di Essebsi sono state tanto virulente in campagna elettorale quanto moderate dopo la vittoria. Se va in porto l’atteso compromesso storico tra le due parti che si sono sfidate ma che apparentemente non possono fare a meno l’una dell’altra – il partito di Essebsi che si situa nella scia del modernismo di Bourguiba ma con un robusto recupero di istanze identitarie arabo-musulmane, il partito dello sheikh Ghannouchi che si ispira ai valori dell’islam ma intende perseguirli attraverso istituzioni politiche di stampo occidentale – la Tunisia potrebbe essere in futuro non l’eccezione ma il primo capitolo di una nuova storia del mondo arabo.

*Chiara Sebastiani: insegna Teoria della sfera pubblica e Politiche locali e urbane presso l’Università di Bologna. Nata a Vienna, ha vissuto all’Aja, a Sidney e a Tunisi. Ha intrapreso la carriera universitaria di sociologa e politologa alla Sapienza di Roma, proseguita presso l’università della Calabria e approdata infine all’Alma Mater di Bologna. La ricerca sul campo è sempre stata una parte importante della sua attività: ha partecipato a indagini empiriche su larga scala – sui militanti e i quadri del Pci, sui lavoratori dell’Italsidier di Taranto, sulle donne nei governi locali – e ha svolto ricerca qualitativa indipendente. È autrice di La politica delle città (il Mulino 2007). Ha curato Conversazioni, storie, discorsi (con G. Chiaretti e M. Rampazi, Carocci 2001). Nel 2014 ha pubblicato anche La sfida delle parole. Lessico antiretorico per tempi di crisi (ed. Editrice Socialmente).Ha tradotto e curato l’edizione italiana della Sociologia della Religioni (2 voll., Utet 1988) di Max Weber.

Per approfondimenti sul tema, leggi qui: “Una città una rivoluzione. Tunisi e la riconquista dello spazio pubblico.”


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