Sull'arte ha messo gli occhi anche SkyArte: "Abbiamo settanta ore di produzione. L'Auditel non ci misura, ma contiamo il maggior numero di download dell'area documentari", ricorda il diretore Roberto Pisoni. "Evitiamo l'approccio didascalico, mescoliamo i linguaggi. Da Potevo farlo anch'io a L'arte non è Marte". Basta con Pompei targata Bbc, si punta a esportare: dalla docu-fiction su Michelangelo ai Musei Vaticani in 3D, agli Uffizi. E poi la musica di Classica HD.
"La cultura in tv è un campo minato. Se non la fai la critica ti fucila e se fai pochi ascolti salti in aria" ironizza un dirigente di Canale 5, chiarendo perché Mediaset è a digiuno di cultura. Giancarlo Leone, direttore di RaiUno, è uno che osa: "Siamo la rete che fa più ascolti, abbiamo l'obbligo di sperimentare. Dopotuto non è brutto col critico d'arte Francesco Bonami e la dissacrante Geppi Cucciari è un tentativo di portare l'arte contemporanea sulla rete ammiraglia: fa l'8 per cento di share (744 mila spettatori la puntata su Roma), ma apre una nuova strada. Per me anche Mission è cultura, rivendico quel progetto, credo nella cultura dell'informazione su RaiUno: presto avremo le nuove puntate di Petrolio firmate da Duilio Giammaria".
RaiEducational è il marchio consolidato che sforna programmi per le tre reti Rai e il digitale. Da Tv Talk di Massimo Bernardini (900 mila spettatori su RaiTre) a Il tempo e la Storia (510 mila spettatori su RaiTre, 53 mila su RaiStoria). "Perché la cultura non fa grandi ascolti? Mezzo milione al giorno per Il tempo e la Storia non sono pochi. La Rai non può non fare divulgazione culturale, fa parte della sua missione" risponde Silvia Calandrelli, direttore della rete. "Non è più l'Auditel a misurare la bontà del programma. Il consumo culturale passa attraverso Internet e molti usano il replay".
Per far passare la cultura sul piccolo schermo si usano persino gli ingredienti del reality. Ne è un esempio l'ibrido Masterpiece, il talent per aspiranti scrittori di RaiTre. Ha acceso la curiosità di New York Times, Liberation, The Guardian e El Pais, ma gli italiani hanno storto il naso: ha debuttato con il 5% di share, 689 mila spettatori, la critica ha sparato pure sui giurati (Andrea De Carlo, Giancarlo De Cataldo e Taiye Selasi) che assecondano la tendenza a fare un talent sui 'casi umani'. "La letteratura in Masterpiece si contamina nel linguaggio del talent, è un format inedito, una grande sfida", dice Andrea Vianello, direttore di RaiTre. "Noi decliniamo la cultura in modi accattivanti. Un esempio storico è Che tempo che fa di Fabio Fazio: lui è un po' la nostra Oprah Winfrey della cultura. E c'è Pane quotidiano di Concita De Gregorio, che ogni giorno presenta una diversa pietanza culturale".
A maggio con un'offerta in chiaro è nata LaEffeTv (Feltrinelli) che trasmette quotidianamente R-News il notiziario curato da Repubblica Tv. Il direttore di LaEffe, Riccardo Chiattelli, spiega: "Puntiamo a un mix di generi. Dal cinema alla fiction all'informazione. Ricordo ZeroZeroZero.Tv, ciclo di film-doc raccontati da Roberto Saviano (su narcotraffico e consumo di droghe) e Un mondo al verde con Carlo Petrini, documentari sull'economia verde e la crisi". Novità del 2014? "Gad Lerner torna con un programma di approfondimento itinerante in coproduzione con Repubblica Tv. Chiara Gamberale presenterà la versione tv del suo Per dieci minuti. E una Guida perversa all'ideologia di e con Slavoj Zizek, doppiato da Tatti Sanguineti".
Leandro Palestiniper "La Repubblica"