In un Dossier di Legambiente "Le rotte toscane verso la Terra dei fuochi"

Creato il 03 dicembre 2013 da Paomaggi @paomaggi

Presentato il Dossier di Legambiente  su “Le rotte toscane verso la Terra dei fuochi”. Intanto il Consiglio dei ministri emana un decreto con cui “bruciare rifiuti in aree non autorizzate” diventa reato penale. Previsto anche, entro 150 giorni, il censimento delle aree inquinate e quelle sane e stanziamenti per la bonifica in modo da poter ripristinare la legalità e rendere giustizia ai terreni e alle aziende sane che sono oltre il 90 per cento. Alla conferenza stampa anche il cantante dei Litfiba Piero Pelù. 

Centinaia e centinaia di Tir, tra la fine degli anni '80 e gli inizi dei '90 hanno trasportato migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi dai distretti industriali della Toscana sino alla cosiddetta Terra dei fuochi portando devastazione e morte in intere aree agricole delle province di Napoli e Caserta.
Dal 2002 ad oggi, le indagini per Traffico organizzato di rifiuti (l’unico delitto ambientale con rilevanza penale)  che hanno coinvolto aziende toscane sono 45, il 20,5% sul totale delle inchieste concluse per lo stesso delitto su tutto il territorio nazionale. 45 indagini che hanno portato a 92 ordinanze di custodia cautelare e alla denuncia di 388 persone, con il coinvolgimento di ben 40 aziende e società toscane; 7 le procure che hanno indagato: Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Siena, Pisa. Solo negli ultimi due anni, nel ciclo dei rifiuti in Toscana sono stati accertati ben 582 reati, con 778 persone denunciate, 8 persone arrestate e 218 sequestri effettuati. Firenze è la provincia con il maggior numero di infrazioni accertate (163) seguita da Livorno (97) e Siena (84). Numeri, nomi e storie della “Rifiuti Spa in Toscana” sono stati presentati ieri nel corso di una conferenza stampa di Legambiente per presentare il dossier Le rotte toscane verso la terra dei fuochi. “La Rifiuti S.p.A. – ha dichiarato il presidente di
Legambiente Toscana Fausto Ferruzza - si è trasformata nel tempo in un’impresa globale, che ha interessi in tutto il Paese. In alcuni casi, addirittura, i rifiuti da smaltire partono dalla Campania per finire proprio in Toscana”.
Nel rapporto sono elencate le ditte colpevoli di aver sversato i loro rifiuti nella Terra dei Fuochi. Rotte illegali, che univano gli stabilimenti della Provincia di Massa-Carrara, del Comprensorio del Cuoio, del pistoiese fino alla lontana Terra dei Fuochi. I viaggi delle sostanze inquinanti con destinazione finale in Campania avevano quindi origine anche a Pisa, Prato e Arezzo. Dalla fine degli anni 80 un sistema imprenditoriale mafioso che ha visto coinvolte molte aziende provenienti da ogni parte della Toscana come emergeva già dal dossier di  Legambiente del 1995, dal titolo “Rifiuti Spa”, dove già si denunciava il traffico illecito di tonnellate di rifiuti industriali prodotti in Toscana e smaltiti nel periodo dal 1990 al 1993 in discariche campane e calabresi: secondo un'inchiesta della Procura presso la Pretura di Lucca, su indagine della Digos di Lucca, attraverso società con sedi in Toscana sono stati esportati prevalentemente verso Campania e Puglia rifiuti industriali, fanghi di conceria come quelli del polo di S. Croce sull'Arno.
“Ricostruire le rotte dei traffici, approfondire l’esame di quanto è già stato accertato dalla Magistratura e dalle forze dell’ordine – ha concluso il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni - vuole essere un contributo di verità e giustizia nei confronti dei cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza. Per questo chiediamo che sia pubblicata l’attività di censimento geo/referenziato dei siti contaminati e avviata una sistematica e puntuale attività di campionamento ed analisi dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari delle aree coinvolte”.
Fra gli interventi prioritari per riscattare la Terra dei fuochi Legambiente sottolinea da un lato l'introduzione nel Codice Penale dei delitti contro l’ambiente, così da consentire alle forze dell’ordine e alla Magistratura di prevenire e reprimere in maniera più efficace i fenomeni d’illegalità e criminalità ambientale e dall'altro una maggiore assunzione di responsabilità da parte del mondo imprenditoriale e delle associazioni di categoria.
Alla conferenza stampa hanno partecipato Rossella Muroni, Direttrice Generale di Legambiente, Don Andrea Bigalli, Coordinatore Regionale di Libera, Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana e Claudia Ferri, FIOM Cgil Toscana e, in veste di supporter della campagna, il cantante dei Litfiba Piero Pelù.
Pao. Ma.