Il colore verde delle foglie è dovuto alla presenza di clorofilla, un pigmento speciale, una molecola che ha la funzione di captare l’energia solare e di utilizzarla nei processi di sintesi che, combinando l’anidride carbonica dell’aria e l’acqua assorbita attraverso le radici, porta alla formazione delle prime molecole di sostanze energetiche (zuccheri) e alla liberazione di ossigeno.
All’interno dei tessuti fogliari coesistono altri pigmenti. Tra questi, i carotenoidi e gli antociani, i primi responsabili delle tonalità gialle e arancioni (predominanti nelle carote, nelle albicocche, nei peperoni), i secondi nelle sfumature del rosso e del porpora (tipici dei pomodori, di certe varietà di prugne e dell’uva a bacca nera).
In autunno, quando l’intensità della luce si affievolisce, le piante rallentano i processi vitali e riducono la produzione di clorofilla (il pigmento verde). Come risultato della complessa reazione le tonalità dovute agli altri pigmenti appaiono più evidenti.
Anche in città la natura dà spettacolo. Le alberature stradali, i parchi e giardini più o meno estesi, sono popolati da platani, faggi, pioppi, aceri, querce, tigli, ginkgo, cornus, betulle, scelti secondo la latitudine e il clima locale.
Il fossile vivente dei giardini: la Ginko Biloba, che in autunno colpisce per il suo colore giallo intenso di tutte le foglie, prima delle loro caduta. A Bologna si possono ammirare in Piazza Cavour e dintorni.
Una delle piante più decorative in autunno è la Parrotia persica
Il colore rosso-arancio dell’Amelchier Shadblow
Un castagneto dell’Appennino
Bacche autunnali
Sulla strada un angolo d’autunno
L’esuberante piracanta che colora di rosso le siepi in autunno