In un libro #2 Angeli e Folli di Dario S. Villasanta (Noir)

Creato il 03 ottobre 2015 da Nel @PeccatiDiPenna
"In un libro" è una rubrica che consente agli autori di presentare la propria opera tramite estratti accompagnati da immagini e al lettore di saggiare lo stile e il testo dello scrittore. Pronti a questo viaggio?
  Gli autori interessati mi contattino scrivendo a peccatidipenna @ gmail.com (senza spazi) indicando come oggetto la rubrica "In un libro": occorrono cover, trama (In breve), 5 estatti/citazioni e 5 immagini prive di scritte. Per un bel post si consiglia di inviare immagini dello stesso formato e che seguano lo stesso orientamento (orizzontale, che consiglio; o verticale). I libri devono essere self o editi da case editrici non a pagamento (NOEAP).
Vi lascio tra le pagine di Angeli e folli, edito da Cavinato Editore International e vincitore del premio speciale Emotion al Premio Internazionale Città di Cattolica.
Dax è un pregiudicato misterioso, dichiarato seminfermo di mente. Incontra per caso Domenico, distrutto da un matrimonio sbagliato, e per qualche sconosciuto motivo decide di aiutarlo con l'appoggio di Giulia, prostituta fiera e coraggiosa, cercando di evitargli guai con la legge muovendosi tra metodi legali e scorciatoie 'da strada'.
Milano profuma di fiori di tiglio le sere di maggio, o forse è sempre stata una mia impressione. Ma in certi momenti anche lo smog ha un buon odore. Mi è sempre piaciuto girare a piedi di notte nelle città in cui sono vissuto e quella sera non iniziò diversamente da altre, salvo che non cercavo pusher o fornitori come spesso era accaduto in passato, quando ero più giovane e, diciamolo pure, più pirla. Probabilmente però, anche allora, ero solo curioso delle varie esperienze che la vita poteva offrire. In realtà sono curioso anche ora e, passeggiate solitarie a parte, ho sempre avuto sete di nuove conoscenze perché affascinato dalle molte sfaccettature di carattere dei miei simili, variabili anch'esse a seconda delle situazioni. In conclusione, direi proprio che la specie umana con le sue comunità è il giardino zoologico per eccellenza del pianeta, con la varietà di forme di vita più vasta, unica e inimitabile che io conosca.

«Parliamoci chiaro, bello mio!» ricominciò Giulia seccamente.
«Che cosa intendi dire?» taglio corto lui. «Intendo sapere se stai dando qualcosa per scontato, cioè che io possa fare ancora qualcosa mettendomi in mezzo a questa storia. Ho la mia vita da vivere».
«Anch'io, ma se non avessi avuto a suo tempo gente che si è occupata di me in qualche modo, non so neppure se sarei qui a raccontartelo, oggi. A Mimmo serve conforto umano, lui si sente abbandonato. Anzi, lo è».
Ora lo ritrovavo sulla mia strada, o io sulla sua, a seconda. Avevo pensato spesso a lui negli anni a seguire e a tutte le storie simili alla sua che avevo poi visto negli occhi di ogni immigrato che incontrai; avevo imparato anche che non tutti accettano che l'amicizia interferisca in una vita strappata a morsi dalla strada e dalla povertà. E bravo Sasà, ne avevi fatta di strada… Peccato però, il ricottaro, che mestiere di merda, pensai. Per il resto, si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri. A breve avrei scoperto di che pasta fosse fatto per davvero, cioè cosa valessero gli amici per lui, o se se li sarebbe venduti come le sue zoccole…La psichiatria è una magia. E' la branca forse meno esatta di tutta la scienza medica, eppure gli psichiatri hanno un potere spropositato e sopravvalutato dai più. Possono dichiarare tutto e il contrario di tutto e persino un magistrato, spesso e volentieri, si trova nell'impossibilità di contraddire una loro diagnosi: ha dell'incredibile, ma è così. Lo stesso giudizio di pericolosità sociale, cui stava andando incontro Domenico, è fondato sul ‘potrebbe fare', non su un ‘certamente lo farà'. 

Ma ciò che mi è rimasto impresso di quella sera è la questione del rispetto. Io l'ho sempre preteso e mi sono arrogato la presunzione di averlo sempre portato, ma in quell’occasione scoprii che non era vero niente. In quel frangente mancai di mostrarne a Giulia e a Marina. Come? Semplice, dando nuovamente molte cose per scontate e pensando che non sarebbero state in grado di cavarsela in una situazione che per loro era invece la norma, il quotidiano.
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