In un mondo ideale

Creato il 20 gennaio 2011 da Harlan1985

L'R 'n' B è un genere che non mi ha mai entusiasmato. La piega commerciale, pseudo-elettronica e finto-torbida che ha preso negli ultimi tempi, poi, con l'arrivo delle varie Rhianna, Beyoncé e compagnia bella, è un metodo infallibile per farmi accendere la radio il meno possibile. Per questo ero molto curioso dalle grida entusiastiche che hanno accolto The ArchAndroid, il disco della venticinquenne Janelle Monae, provenienti non di certo da chi si straccia le vesti per l'ultimo, annunciatissimo, vomitevole, anzi singhiozzevole singolo dei Negramaro, ma dai musicofili duri e puri. Per cui ero diffidente, ma anche molto incuriosito.
Quando do il via alle danze credo di avere sbagliato disco. Mi accoglie una maestosa introduzione degna di un'opera lirica. La curiosità aumenta, poi lascia il posto allo stupore, anzi, una serie di stupori che si accumulano fino alla fine del disco, che è semplicemente fantastico, perfetto, irresistibile. Questo non è R 'n' B, o meglio, non solo: qui dentro potete trovare più o meno tutto, e tutto suona magnificamente. Dance or Die e Tightrope ti strappano dalla sedia e ti costringono a muoverti (anche uno refrattario come me), ma qui l'unico marchio di fabbrica è l'imprevedibilità. Chi immaginava una perla di dolcezza come Sir Greendown? O la vertigine celtica di 57821? Per non parlare di Cold War, un gioiello pop che in un mondo ideale sarebbe in testa alle classifiche di tutto il mondo.

In un mondo ideale, a dire il vero, un puttaniere pedofilo a capo di un governo verrebbe silurato in un nanosecondo dai suoi compagni di partito, ma questo è un altro discorso.
Parlo soprattutto a chi, come me, non è un amante del genere: questo disco è uno spettacolo, un ascolto godurioso dall'inizio alla fine. Sarebbe davvero un peccato lasciarvi sfuggire questa scheggia di splendida musica, che prescinde da ogni genere e categoria.

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