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In uscita “Il romanzo esistenzialista del Secondo Novecento italiano” di Filippo Pace, Rupe Mutevole Edizioni

Creato il 20 gennaio 2015 da Alessiamocci

È in arrivo in tutte le librerie virtuali e fisiche, “Il romanzo esistenzialista del Secondo Novecento italiano” un critica letteraria dell’autore Filippo Pace, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Per darvi un assaggio di questa nostra nuova pubblicazione vi lasciamo l’introduzione di “Il romanzo esistenzialista del Secondo Novecento italiano” firmata dallo stesso autore, Filippo Pace.

Introduzione

La letteratura del Novecento è più che mai scissione, malattia, strumento conoscitivo, ma allo stesso tempo stregonesco e mistificatore, delle presunte verità che l’uomo vive, del riverbero che gli umani accidenti, la Storia e la percezione della morte producono negli animi dei condannati alla scrittura. Scrivere, in ogni modo, significa sempre confrontarsi con la morte e i misteri dell’esistenza.

La nascita del romanzo esistenzialista italiano risale ‘ufficialmente’ al 1904 con la comparsa del Fu Mattia Pascal, celebre primizia di un nutrito gruppo di opere che non rimane immune agli sviluppi del Decadentismo. Non si tratta di un’esperienza conclusa nell’arco di pochi decenni, ma al contrario si protrae fino ai nostri giorni con esiti tutt’altro che trascurabili, caricandosi di connotazioni particolari nella seconda metà del secolo trascorso, ponendosi, soprattutto, come risposta alla delusione: è il caso dell’Italia del Secondo Dopoguerra o delle contestazioni sessantottine, periodi, entrambi, pervasi dalla speranza di poter dominare la Storia, di riuscire ad imprimerle un mutamento radicale e duraturo, foriero di giustizia.

Il presente lavoro si pone quale obiettivo quello di ricostruire un repertorio cronologico essenziale che segua, nella nebulosa della narrativa della seconda metà del XX secolo, in che modo le tematiche esistenzialiste, distinte dalla filosofia esistenzialista sebbene ad essa correlate, vengano sviluppate e rivitalizzate in nuove forme. Saranno presi in esame i romanzi della morte, insomma, intesa quale sintesi di una riflessione esistenziale ed unica (o quasi) certezza, mai ridotta ad aspetto secondario e nelle sue diverse rappresentazioni. Non necessariamente negativa, dunque, ma anche caratterizzata in maniera fascinosa, da legittimare il cupio dissolvi, come nel Gattopardo. Oppure simbolizzata o allegorizzata, specie come rifiuto del presente che sancisce la nostalgia, il desiderio di passato, la reazione in nome di un tempo (collettivo o individuale) ritenuto felice, migliore, persino idealizzato. La morte, inoltre, come immanenza: la vita diviene solo una parentesi, un accidentato percorso che trova sfogo nell’attesa del ritorno alla materia inorganica. Non si potrà non prestare attenzione ai romanzi in cui venga trattato in primo piano il tema del suicidio, come nell’Airone di Bassani, o quello dell’ars moriendi e neppure la raffigurazione costante della morte come una forza castrante ed orrorifica.

Alla classificazione della narrativa della morte si innesteranno le ritornanze più significative per una migliore esegesi del fenomeno. In primo luogo la sconfitta: delle illusioni, delle speranze di un possibile miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo, del sogno di piacere, appagamento, felicità. In secondo luogo la malattia, in special modo la nevrosi, somatizzazione del male di vivere, strumento conoscitivo della realtà e dell’esistenza. In quest’ambito un ruolo di primo piano spetta a quegli stati d’animo in cui a dominare sono noia, inerzia, apatia, malinconia, depressione: si tratta di morte allusa poiché l’amicizia, l’amore, i rapporti sociali divengono, in tale dimensione, liturgie vuote che non riescono a cancellare la malattia del pensiero.

Si presterà attenzione alla tendenza al solipsismo e alla solitudine di personaggi centrali nelle opere prese in esame, portatori di nuova coscienza. A tali categorie si innesteranno alcune sottocategorie: se il noir o il giallo diventano allo stesso tempo allegoria dello scacco gnoseologico, meditazione sul senso dell’esistenza, impossibilità di trovare una risposta alle domande dell’uomo (come in Gadda, Sciascia, Tabucchi, Bufalino) non potranno essere elusi dal presente lavoro.

Si presterà, inoltre, attenzione al nostos per chiudere i conti con se stessi, il passato, la Storia, poiché molto spesso intrecciato alla riflessione esistenzialista sul tempo, sulla morte. Così come saranno presi in considerazione i romanzi che mirano a rappresentare o a dimostrare l’assurdo poiché tensione costante dell’esistenzialismo che mira a svuotare l’idea dell’esistenza da qualsiasi illusione o consolazione romantica.

È fondamentale chiarire che la lettura dei romanzi italiani anche in rapporto agli esistenzialisti (fra questi Pascal, poiché anticipa l’esistenzialismo) avrà carattere ancipite: da una parte sarà disvelata, anche solo a grandi linee, l’influenza che esercitano i pensatori sulle opere dei romanzieri (Sartre per La noia di Moravia, solo per anticipare un esempio); dall’altra le teorie dei filosofi saranno utilizzate quale chiave di lettura per una migliore esegesi, al fine di evidenziare e comprendere meglio alcune sfaccettature dei libri esaminati (Il diario del seduttore di Kierkegaard per Paolo il caldo di Brancati).

Non si tratta, in conclusione, di andare a costruire una ricerca in una determinata corrente letteraria, giacché il quadro che viene a formarsi sulle rovine del Neorealismo non presenta tratti chiari e definibili in modo univoco: la semplificante definizione di Postmoderno o di Neoavanguardia non rende, infatti, giustizia piena e totale agli impulsi ai quali soggiace la narrativa del Secondo Novecento, ma di seguire come si evolvono i concetti relativi alla morte, allo scacco e al nulla fino all’esaurirsi del XX secolo, poiché ricorrenti in numerosi autori (spesso legati fra loro da un’insospettabile sequela di analogie) e che costituiscono momento importante nella nuova letteratura che va superando la boa del Duemila.

Per evitare cesure arbitrarie o derive impressionistiche, dopo un cursorio riepilogo degli accertati nuclei di riferimento della narrativa del Primo Novecento, saranno censiti i romanzi esistenzialisti a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, evento che segna uno spartiacque nella coscienza individuale e collettiva e dal quale non si può prescindere.

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail ([email protected]) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: [email protected].

Written by Alessia Mocci

Addetta Stampa ([email protected])

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