Della temeraria e mai conclusa riconquista del linguaggio, corpo tipografico (e non solo) vilipeso dalla funzione comunicativa pre-assegnatale in tempi di segnaletica rigida delle proprie mosse (motorie e mentali).
Una volta composte, costrette dall'ortopedia sintattica ad accomodarsi in rigide sedie regolative, le parole si adagiano dove la lingua le porta e dimenticano di come il senso uccida il suono.
Ma quello che vogliamo non è dire.
Ed è graziandole d'un fuori posto, fuori tempo, fuori programma, in condizioni impervie e poco intellegibili, che si dona loro il pregio e l'onore di risvegliarsi non più congelate e intorpidite.