La rivista scientifica The Lancet ha voluto verificare la veridicità di queste voci parlando con Sukhrobjon Ismoilov, direttore dell’Expert Working Group, una delle poche organizzazioni non governative ancora attive in Uzbekistan. Egli non solo ha confermato tutto, ma ha fornito ulteriori particolari agghiaccianti. L’ONG ha realizzato una ricerca di sette mesi relativa al 2010 che ha messo in luce circa 80.000 sterilizzazioni, ma è stato possibile evidenziare in che percentuale fossero state forzate.
Secondo Ismoilov i motivi per cui il regime spinge per la sterilizzazione delle donne sarebbero due. Il primo è il controllo demografico a fronte dei gravi problemi economici legati alla crescita esponenziale della popolazione e al fallimento delle riforme. Il secondo è il controllo della mortalità materna e infantile. Secondo i dati ONU il tasso di mortalità materna è aumentato oltre il 40% tra il 1990 e il 2008, arrivando a 30 decessi per 100.000 parti. Il tasso di mortalità infantile è ugualmente elevato con 48 per 100.000 nati, ma è diminuito negli ultimi 20 anni.
Da più parti si fanno pressioni alle principali organizzazioni internazionali affinché intervengano a porre fine a questo scempio, ma i rappresentanti di agenzie che hanno progetti sanitari in corso in Uzbekistan hanno ammesso che prese di posizione contro le autorità potrebbero avere “serie conseguenze”. E intanto le donne continuano a essere trattate come carne da macello.