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In via di estinzione – Cronaca distopico – poetica sullo sfascio dei tempi politico-amministrativi della blogger Nuvole Sparse Tra Le Dita

Creato il 02 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
scudiero-qTbgjUO9hUC’era una volta l’ombrellaio: camminava per le campagne e il suo grido si sentiva di lontano. Le donne uscivano a chiamarlo e lo facevano sedere sull’aia; in cambio di un piatto di minestra e di un pezzo di pane riparava gli ombrelli di tutto il vicinato.C’era una volta l’impagliatore di sedie: dormiva nel fienile, mangiava in famiglia e camminava per le campagne, passando di paese in paese. Gli uomini lo chiamavano perchè non avevano il tempo di ripararle loro, le sedie e le loro donne non li lasciavano quietare perchè le sedie rotte sono veramente brutte da guardare.

C’erano anche i segretari comunali, mal sopportati più che amati, temuti più che apprezzati: avevano studiato e si permettevano di fermare i sindaci, di impedire loro il buon governo della cosa pubblica in nome del controllo, dell’opportunità, a volte della decenza.

C’erano, una volta…

C’era una repubblica che aveva una Costituzione invidiata ed ammirata da un mondo intero e quella Costituzione ad un certo punto diceva:

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali…

Poi venne un altro tempo e non ci fu più bisogno degli ombrellai, nè degli impagliatori di sedie.

Non ci fu neppure più bisogno dei segretari comunali che prima divennero segretari del sindaco a cui dovevano l’incarico e a cui rispondevano direttamente, poi furono aboliti;  il loro posto fu preso dai direttori generali, nominati dal sindaco per “chiara fama”, pagati molto perchè politicamente corretti e partiticamente molto preparati.

Infine – ma forse questa storia non è davvero finita – arrivò il tempo della Buona scuola. Arrivò il tempo in cui i dirigenti scolastici ebbero la facoltà di incaricare direttamente gli insegnanti, sentita un po’ di gente – certo – , ma in realtà seguendo la loro volontà.

E allora ai più vecchi – quelli che allo stato costavano molto perchè gravidi di anzianità di servizio, di esperienza, di autorevolezza – non rimase che tacere, non esporsi, nascondersi, cercare di passare inosservati per  lavorare ancora per un poco. Non rimase che insegnare in supina obbedienza.

Gli altri, forti della loro giovinezza, delle infinite scuole di formazione che avevano frequentato negli anni del loro precariato, degli innumerevoli master, SiS, corsi e ricorsi, cominciarono a lottare per ottenere un incarico triennale, presentandosi ai Dirigenti Scolastici con il vestito più bello, il sorriso più grande,  le promesse più accorate.

Almeno tre anni, almeno lavorare tre anni!

E fu così che quell’anno la democrazia finì. Da quell’anno l’arte e la scienza non furono più libere, e non fu più libero il loro insegnamento.

C’erano – una volta –  l’ombrellaio, l’impagliatore di sedie, il segretario comunale, l’insegnante. C’era la libertà d’insegnamento, una volta…

Nei campi, fra i papaveri, c’erano anche i fiordalisi.

Ora non li trovi quasi più.

Featured image, un bellissimo “ombrellaio” dalla Rete, se qualcuno conosce il nome dell’autore di questo lavoro me lo faccia sapere, grazie.

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