La lettura di Erodoto, lo dico con enorme franchezza, a suo tempo è stata dura da digerire; al liceo come all’università. per l’esame di letteratura greca mi son dovuta applicare alla traduzione del V libro delle sue Storie -’na faticaccia! le nottate sul Rocci e la sensazione di essere completamente avulsa dal contesto. e quante volte ho mandato la copertina giallina del libro a farsi benedire insieme al dialetto ionico e agli aoristi passivi! e infatti l’esame lo superai come si dice, senza infamia e senza lode…ma questa è un’altra storia. ora invece tutta l’attenzione è per questo romanzo autobiografico, di Kapuscinski. che già dalle prime pagine ha avuto il potere di farmi sentire piccola piccola: tutto parte infatti dalle Storie di Erodoto, da questo libro universitario ambito dal giovanissimo Ryszard, ma la cui traduzione in polacco era stata all’epoca censurata dal regime di allora, di stampo sovietico. E doveva essere davvero dura per un giovane universitario povero per giunta, con le biblioteche andate quasi del tutto distrutte sotto i bombardamenti bellici della seconda guerra mondiale, recuperare nozioni e trovare manuali sulla storia antica! io ero stata centomila volte più fortunata di lui e di quanti come Kapuscinski bramavano poter accedere alla carta stampata.
A quel tempo per noi la letteratura era tutto. Vi cercavamo la forza di vivere, le direzioni da prendere, la rivelazione.
e non posso pretendere scusanti in merito, tranne la mia incoscienza dovuta alla giovinezza estrema dei primi anni universitari, e la mia scarsa abitudine ad aver pazienza. comunque Erodoto e Kapuscinski mi hanno poi fatto compagnia durante i primi mesi della gravidanza. scovai il libro nella libreria di mio fratello e lo lessi con avidità. Venni catapultata in un viaggio straodinario nel tempo, su due binari paralleli quello della Grecia antica da un lato, e quello della vita del reporter polacco dall’altro. e ogni pagina era appunto per me una rivelazione. leggere gli avvenimenti della storia mondiale dal secondo dopoguerra in poi, sotto la lente d’ingrandimento della penna di Erodoto, è un esercizio al quale Kapuscinski non si è mai sottratto. anche perchè Erodoto è stato per lui un buon comapgno di viaggio e di avventura. tra le righe si colgono sfumature politiche e umane soprattutto, applicabili anche nelle vicende odierne.
di questo sono grata a Kapuscinski: avermi fatto riscoprire il piacere di leggere un classico della letteratura greca antica, sotto una luce nuova, attuale come non mai.
Ciò che ci rende uomini e ci distingue dagli animali è la nostra capacità di narrare storie e miti: condividere storie e leggende rafforza il senso di comunità, unica condizione nel quale l’uomo può vivere.
personalmente infine mi ha toccato nel profondo dell’anima mia la descrizione che fa di un piccolo museo archeologico da lui visitato nella città di Erodoto -Alicarnasso. Kapuscinski narra con dovizia di particolari il momento in cui le sale del museo sono chiuse al pubblico, e il custode accende una lampadina per illuminare i reperti all’interno delle teche…
i fragili vetri opachi rivivono,cominciano a rilucere, a schiarirsi, a pulsare. Sembra di stare nelle tenerìbre del fondo marino, a un banchetto di Poseidone, assistito da due dee che lo illuminano con lampade a olio.
Stiamo nelle tenebre, circonfusi di luce.
un romanzo per quelli che hanno una passione incoffessabile per la professione del reporter in terre straniere, ai viaggi senza filtro, alle esperienze in paesi lontani anche nel tempo. leggetelo e non ne resterete delusi!