Gli ultimi aggiornamenti da Francesco D'alessio, ricercatore dell'INAF e uno degli italiani a bordo della rompighiaccio australiana Aurora Australis, coinvolta nelle operazioni di recupero dei passeggeri della nave russa Akademik Shokalskiy intrappolata nei ghiacci dell'Antartide.
di Francesco D'AlessioIl lavoro dell’equipaggio ai comandi dell’Aurora Australis è stato paziente, costante e metodico nel cercare ad ogni lastrone il modo migliore per andare oltre: scansarlo o cercare di romperlo con più e più bordate di prua. Malgrado il cielo non sia più limpido come ieri, la temperatura si è mantenuta costante ma il vento, contrario rispetto alla rotta che sta tenendo l’Aurora Australis, ostacolava l’andamento perché sospingeva il ghiaccio contro. Nel corso della giornata, man mano che la nave si allontanava dalla zona del giorno precedente, il ghiaccio marino incontrato è risultato sempre meno spesso, favorendo al contempo l’avanzata della rompighiaccio. Già nel pomeriggio la Xue Long non era più visibile all’orizzonte.
Questa sera finalmente riusciamo a vedere una sottile linea scura all’orizzonte, tra immensi iceberg. Quello è il mare aperto.
Alle 14:00 abbiamo avuto un’esercitazione antincendio in piena regola, la seconda da quando sono imbarcato sull’Aurora Australis. Poi, alle ore 15:00, il comandante ha indetto una riunione per informare tutti i passeggeri e l’equipaggio riguardo l’andamento della navigazione. Gli australiani sono molto attenti e puntuali nel fornire le informazioni e durante questi giorni non hanno mai mancato di aggiornarci puntualmente sullo stato delle operazioni e sui piani previsti. Però credo che le previsioni siano state abbastanza caute, perché, a giudicare dall’andamento della nave e da ciò che si ammira dal ponte di comando, credo che riusciremo a navigare in acqua libera da ghiacci ben prima di domani mattina. Al momento l’Aurora sta navigando in maniera costante e non ha più necessità di fermarsi, tornare indietro, prendere la rincorsa e tentare più volte l’approccio sul ghiaccio per romperlo.
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco D'Alessio