In Vivavoce con Francesco De Gregori

Creato il 30 novembre 2014 da Postscriptum

A scoltare Vivavoce di Francesco De Gregori è come riprendere in mano un vecchio romanzo letto e amato durante l’infanzia e rileggerlo con una nuova maturità ma con la stessa emozione della prima volta.

Vivavoce non è semplicemente un greatest hits ma qualcosa che va ben oltre questa definizione, ben oltre le caratteristiche di un disco di cover: è una specie di concept album con la musica, l’interpretazione e tutta la bravura del cantautore romano al centro di tutto. Come se l’autore avesse voluto ripensare tutto il suo lavoro in una nuova luce ancora più matura se è possibile, sicuramente più malinconica e ancor più distante dalle tematiche e dalle sonorità della musica contemporanea, a dimostrazione del fatto che un capolavoro resta tale anche con il passare degli anni e, anzi, acquista anche valore.

L’album, diviso in due dischi, contiene 28 brani tratti dall’ampio campionario di De Gregori, tutti rimusicati e reinterpretati: si va dalla classica Alice, cantata insieme a Luciano Ligabue, a una versione di Buonanotte Fiorellino che contiene una sorta di mash-up con Rainy Day Women #12 & 35 di Bob Dylan.

Se mi è concesso un parere personale, devo dire che ci ho messo un bel po di tempo a recuperare la discografia di De Gregori che fino ad un certo momento della mia vita musicale conoscevo solo per i brani storici come La Donna Cannone, in questo disco musicata da Nicola Piovani, o Rimmel. Lo confesso: mi ero perso un grande cantautore e dei grandissimi brani. De Gregori sa raccontare storie usando poesia e musica come pochissimi sanno fare. Vivavoce l’ho ascoltato dall’inizio alla fine per tre volte di fila e tutte e tre le volte ho trovato qualcosa che prima non avevo colto.

Vivavoce è un album di cui bisogna avere rispetto e che si deve ascoltare per intero per capirne la grandezza.

Il primo disco ci accoglie con i classici Alice e Generale insieme a brani che ho imparato ad amare come Niente Da Capire, Il Panorama di Betlemme e Finestre Rotte. E poi c’è La Leva Calcistica Della Classe ’68, il mio brano italiano preferito. Un brano che racchiude in pochi passaggi un’immensità di storie e le fonde in un unica melodia.

Il secondo disco si apre con Il Futuro, un brano che è la traduzione di The Future di Leonard Cohen, che lega uno dei massimi cantautori italiani con uno dei più grandi cantautori anglofoni della storia della musica. Il brano è di una bellezza unica, le parole di Cohen tradotte da De Gregori per l’adattamento italiano sono meravigliose:

Rendimi la mia segreta stanza
La mia vita vuota
Senza niente più da torturare
Dammi una assoluta maestà su tutto
E stenditi vicino a me
È un ordine perfetto

Viene poi il turno de La Donna Cannone, Titanic, Il Bandito e il Campione, Viva l’Italia, La Storia e Stella Alpina.

Con Vivavoce Francesco De Gregori ha ripensato alla sua verve interpretativa con un taglio più intimista: tutti i brani sembrano pensati più che per un pubblico sterminato, per un ascolto casalingo, privato, dedicato uno per uno ai suoi fan; lui, che ai suoi concerti odia che le gente canti le sue canzoni insieme a lui…

Se dovessi spiegare la musica italiana a uno straniero gli consiglierei Vivavoce.

Disco 1

Alice (feat. Luciano Ligabue) – 4:27
Atlantide – 3:49
Un guanto – 5:53
La leva calcistica della classe ’68 – 4:33
Niente da capire – 3:57
Gambadilegno a Parigi – 4:43
Finestre rotte – 4:00
Generale – 4:49
Il panorama di Betlemme – 4:52
Renoir – 2:47
Natale – 2:55
Caterina – 3:41
Vai in Africa Celestino! – 5:06
Battere e levare – 4:02

Disco 2

Il futuro – 5:21
Il ’56 – 2:33
La ragazza e la miniera – 4:08
Il bandito e il campione – 4:20
Buonanotte fiorellino – 2:58
Santa Lucia – 3:47
Il canto delle sirene – 5:55
Stelutis Alpinis – 4:13
Titanic – 5:00
La donna cannone – 4:11
Viva l’Italia – 3:28
La storia – 3:34
Per le strade di Roma – 5:48
Fiorellino # 12&35 – 3:31


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