Iñarritu vs Gunn, Cinema D'Autore vs Cinecomic

Creato il 26 febbraio 2015 da Xab @Xabaras89

Quaggiù a Xaba Cadabra, ma forse in tutto l'universo nerd, in questi giorni si gioca un derby molto interessante:
partito dal recente Premio Oscar ad Alejandro Gonzales Iñarritu (Birdman) e le sue dichiarazioni non proprio velate contro il cinefumetto, e la relativa replica non proprio all'acqua di rose di James Gunn (Guardiani della Galassia)
Ora: come i fedelissimi di questo blog già sapranno, chi scrive ha apprezzato moltissimo entrambi i film di entrambi i registi, film tra loro diversi quanto il giorno e la notte, ergo per una volta non c'è nessuna pregiudiziale nel merito e posso dirmi serenamente al di sopra delle parti
Parlando strettamente delle dichiarazioni, anzi, penso che i due registi abbiano sbagliato più o meno nello stesso modo, con la differenza che Iñarritu è tipo decisamente meno diplomatico (per usare un eufemismo) di Gunn
Del resto se Birdman è così bello è proprio per via di quella schiettezza sanguigna al limite dello snob propria del messicano, che per attitudine e stile è decisamente più affine a noartri europei piuttosto che al patinato showbiz hollywoodiano
Gunn al contrario fa osservazioni più che giuste, ma edulcorandole come una pubblicità dei biscotti "i cinecomic sono fatti con amore come gli altri", mettendoci dentro pure un po' di vittimismo che, diciamocelo, poteva pure risparmiarsi

Nel merito: I Cinecomic puzzano?

di questa vecchia ondata se ne salvavano si e no un paio

Il più grande sbaglio di Iñarritu è il più classico degli errori: generalizzare.
Perché intendiamoci, quando il nostro osserva come il modello base del cinefumetto porti in scena uno stilema semplice, culturalmente destroso-consumistico, come lo stesso concetto di "Eroe" sia figlio di una cultura occidentale spesso al limite del propagandistico...beh, ha ragione.
Il punto però è che non tutti i fumetti, nemmeno quelli supereroistici e conseguentemente i cinecomic, sono così:
Watchmen e V per Vendetta (film bellini tratti da fumetti assolutamente meravigliosi), per citarne due, vanno palesemente contro quel tipo di modello di cui parla.
Certo, spesso vengono travisati, mercificati e stuprati da media, spettatori e produttori (direi che Alan Moore ne avrebbe da dire in merito), ma non trovo comunque giusto appiattire l'impatto culturale di V al livello di quello di un Iron Man a caso (tipo questo).
E, senza andare troppo nell'autorale, gli X-Men sono da sempre uno dei più straordinari esempi d'integrazione a struttura seriale (e quindi di qualità alterna a seconda di autore, cicli, registi) e target adolescenziale, roba che apparirà facilona ai più vecchi intellettuali (è un po' il discorso nipponico che si fa tra seinen e shonen, se ci pensate), ma che non può certo essere tacciata di "destrosità"
Poi è ovvio che non stiamo parlando di Scorsese o Rossellini, ma insomma, il cinema è bello perché è vario e il popcorn movie ci vuole.
Il problema si presenta quando i popcorn, per quanto buoni, diventano l'unico pasto disponibile:

Il troppo stroppia


Ammettiamolo:
Per ogni splendido Guardiani della Galassia esistono almeno un Thor: The Dark World, un Wolverine Origins, due Fantastici 4 e chi più ne ha più ne metta.
Già ne parlai in tempi non sospetti, più di un anno fa, evidenziando come da un po' di tempo ad Hollywood la gallina d'oro fumettosa sia rimasta l'unica fonte di sostentamento in cui si ha il coraggio d'investire.
Qualcosa di simile a Checco Zalone da noi insomma. Giusto un po' più in grande
E non è un caso se quasi nessuno in America è più in grado di fare un film horror decente che sia uno, o un action che non richieda a Stallone di delocalizzare tutto nell'est europeo con la sua allegra amorevole banda di pensionati eccetera eccetera...

Serie TV


Da anni oramai il Cinema USA con la C maiuscola si fa quasi esclusivamente in televisione, produzioni da un livello qualitativo, artistico e originalità che il grande schermo può solo sognare.
Se 15 anni fa avreste detto a qualche giornalista americano che Kevin Spacey si sarebbe imbarcato in una produzione televisiva finivate dritti in manicomio come un Bruce Willis qualunque (citazione raffinatissima per chi la coglie)

Si ok, ma questo che c'azzecca con il cinecomic? 


Tutto e niente: è un mix consequenziale di avvenimenti, il decadimento e deterioramento di un cinema che solo in questi ultimi due anni sembra tornato a respirare anche all'infuori dalle pagine DC/Marvel, che però (assieme a remake/reboot di vecchi classici) rappresentano sempre l'investimento su cui puntare:
Parliamoci chiaro, se Kubrick fosse nato oggi, lo silurerebbero per far spazio alla trilogia dell'Uomo Calendario.
E in questo Iñarritu ha ragione, pochi cazzi.

Conclusione

I cinecomic non sono il male assoluto e anzi, spesso e volentieri si sono rivelati l'unico tipo di cinema divertente e ben costruito degli ultimi anni...ma è innegabile che il loro numero esagerato, unito ad una qualità spesso altalenante, abbia saturato un mercato che di per se non se la sta passando troppo bene.
Però in fin della fiera è un discorso che vale per ogni moda hollywoodiana: era esattamente così anche per i western negli anni '30-40 o i film action degli anni '80-'90, quindi Iñarritu dovrebbe abbandonare i suoi pregiudizi e riconoscere che, semplicemente, se Hollywood se la passa male i motivi sono da cercare altrove.
(Poi certo, se ne riparlerà tantissimo quando uscirà ed avrò visto Batman v Superman: Dawn of Justice)

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