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Inarrivabile Silvio. Al congresso del PPE: “Tranquilli, gli italiani sono benestanti”. Che ti venga la pellagra.

Creato il 09 dicembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Inarrivabile Silvio. Al congresso del PPE: “Tranquilli, gli italiani sono benestanti”. Che ti venga la pellagra.La notizia del giorno, se seguissimo la concezione di priorità giornalistica di Minzolini, sarebbe quella che il governo inglese ha deciso il taglio del Viagra. Eh si, cari amici, smentendo il famoso detto “niente sesso siamo inglesi”, i governi che si sono succeduti in questi anni alla corte della regina Elisabetta II, avevano reso mutuabile la pillolina azzurra fino a quattro dosi mensili. Il che faceva supporre che una sola dose settimanale, preferibilmente il sabato sera, potesse evitare il pericoloso colorito azzurrognolo che colpisce tutti i consumatori della pillola della scopata intergalattica. David Cameron, accortosi che un po’ di sesso quattro volte al mese costava alle casse dello stato la bellezza di 78 milioni di sterline l’anno, ha deciso di dimezzarne la distribuzione arrivando alla spesa più sostenibile di 39 milioni: due pillole al mese, secondo il premier, sono più che sufficienti per non andare in paranoia e fare felici un po’ di pensionati che sarebbero ancora in tiro ma hanno bisogno della spinta. Se il grado di civiltà di una nazione si giudica anche dalla possibilità che lo stato offre di godere un po’, dobbiamo dire allora che gli inglesi sono civilissimi. In Italia invece, con l’aria che tira e con l’Ici da pagare, i nostri pensionati dovranno farne a meno, con buona pace delle badanti che probabilmente non verranno più molestate e alle quali nessuno chiederà “descrivimi minuziosamente i tuoi capezzoli” (indovinello cinematografico). Invece, siccome non siamo minzoliniani (e non lo saremo mai), dobbiamo per forza di cose far assurgere a ruolo di notizia del giorno l’intervento di Silvio al congresso del Ppe di Marsiglia. Berlusconi è andato in Francia con la chiara intenzione di rifarsi una verginità internazionale (che battuta del cazzo) dopo le ultime vicissitudini. È arrivato sorridente come non mai, in tasca un paio di barzellette nuove di zecca, il Caraceni blu notte fonda adattissimo alla circostanza e la voglia neppure troppo nascosta di togliersi un paio di sassolini dalla scarpa. I sassolini, che si chiamano Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, non hanno avuto però nessuna voglia di essere tolti dalle scarpe, con il soprattacco nascosto, di Silvio, e non se lo sono filato di pezza. La Merkel non lo ha degnato di uno sguardo mentre Sarkò ha fatto di peggio. Terminato il suo discorso, il presidente francese è sceso dal palco e ha guadagnato l’uscita vicino alla quale, strategicamente, sedeva Berlusconi. Dopo aver stretto qualche decina di mani, Sarkò è uscito guardando fisso davanti a sé e finendo per ignorare il povero Silvio che, inutile dirlo, c’è rimasto malissimo. Eppure, sentendosi particolarmente umano, l’ex premier aveva ordinato ai suoi di non lasciare il salone mentre Sarkò parlava, un segno di rispetto e l’intenzione di riguadagnare un po’ di visibilità sulla scena internazionale dopo gli sputtanamenti degli ultimi tre anni. Ma non c’è stato niente da fare, i francesi e i tedeschi sono fermi ai risolini con i quali accompagnano il nome di Berlusconi ogni volta che lo sentono nominare. C’è da segnalare anche un battibecco fra Rocco Buttiglione e gli organizzatori del congresso. Nel momento in cui uno dei padri fondatori dell’Udc si è seduto sulla sedia riservata a Angelino Alfano, un dirigente del Ppe gli ha detto che quella sedia era stata prevista per il segretario del Pdl. Apriti cielo, il professore, offeso, non si è mosso e qualcuno racconta che si sia lasciato andare ad epiteti irriferibili stile: “Perdindirindina”. Ma Silvio, come sempre, aveva in serbo il suo show. Ha esordito dicendo: “Cari delegati e cari confratelli del Ppe, non abbiate paura dell’Italia. Siamo un paese stabile, solido e abitato da cittadini benestanti. Sarà perché evadiamo le tasse, sarà perché accumuliamo 200miliardi di lavoro nero l’anno, sarà perché se facessimo l’asta sulle frequenze televisive andrebbe deserta, noi stiamo bene anzi, benissimo. Le voci dissidenti sono dei comunisti, dei magistrati, degli operai scansafatiche, dei mangiapane a tradimento, dei cineasti morti di fame, dei bamboccioni e di quei criminali di ‘Famiglia Cristiana’”. Finito il suo intervento, e accortosi che non stavano ridendo solo Sarkò e la Merkel ma l’intero uditorio, Silvio ha ripreso in mano il microfono e ha detto: “In Italia la mia azienda sta girando una fiction sui campi di concentramento. Vi proporrò come ruolo di kapò”. Stop. Buona la prima.

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