Per essere vicino a qualcuno in un momento difficile è pur necessario che tra te e questo momento ci sia spazio, luce, distanza. Per poterlo guardare, inquadrare e decidere appunto di avvicinarti. E invece quanto accaduto mi ha travolto, invaso come fosse successo a me e non ad altri, alla mia vita e non a quelli di due miei cari amici. Troppo forte l'immedesimazione, troppo intensa la condivisione di un vissuto. E allora il dolore mi paralizza, mi congela e mi dimentica sul fondo del freezer, nel cassetto più in basso e lontano dalla rovente realtà. Non ho saputo dirgli nulla, non una parola di conforto, non una frase per sdrammatizzare. Niente. Quella vita dal nomignolo leguminoso era certamente in un ventre ma altrettanto oggettiva era la sua presenza nel mio cuore. In questo cuore che non ha parole ma solo lacrime silenziose.
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